2015-12-22 13:50:00

L'Ue prolunga le sanzioni a Mosca e fa accordo con Kiev


Sanzioni Ue alla Russia per altri sei mesi. Inoltre, l'accordo di libero scambio Ue-Ucraina entrerà in vigore dal primo gennaio, nonostante l'opposizione russa. Sono falliti, infatti, i negoziati trilaterali che hanno visto, in un anno e mezzo, 22 incontri per trovare soluzioni alle preoccupazioni di Mosca per l'intesa Kiev-Bruxelles. Delle tensioni ma anche delle sfide globali che vorrebbero l’Europa e la Russia complici, Fausta Speranza ha parlato con Massimo De Leonardis, docente di Relazioni internazionali all’Università La Sapienza di Roma:

R. – In un momento in cui sembrava che fosse ripreso un dialogo, una collaborazione con la Russia - che evidentemente è necessaria per il problema più grave che esiste al momento, quello del terrorismo internazionale di matrice fondamentalista islamica - si rinnovano queste sanzioni e questo sembra molto discutibile. Insomma, da una parte si chiede la collaborazione della Russia, dall’altra si continua ad ostracizzarla. Sembra una politica alquanto incoerente.

D. – C’è da dire che, però, resta l’inadempienza da parte di Mosca degli accordi di Minsk sulla questione ucraina…

R. – Per quanto riguarda l’inadempienza di questi accordi, credo che – come sempre in questi casi – le versioni siano alquanto diverse. Si tratta di accordi che lasciano molti margini di ambiguità. Forse, la cosa più opportuna sarebbe stata trattare,  negoziare, trovare un’intesa attraverso gli organismi che sono previsti da questi accordi, invece di ricorrere a decisioni unilaterali.

D. – Parliamo di risvolti economici, sia delle sanzioni imposte da Bruxelles a Mosca sia dell’embargo dei prodotti agroalimentari dai Paesi dell’UE verso la Russia…

R. – Quando ci sono questi scontri economici nessuno vince. Se adottiamo uno sguardo storico di lungo periodo, noi vediamo che difficilmente, molto raramente, le sanzioni economiche, solo le sanzioni economiche hanno costretto dei Paesi a cambiare la propria linea politica. Certamente, quindi, queste sanzioni danneggiano alcuni Paesi soprattutto dell’Unione Europea – tra i quali, in primis, c’è l’Italia – e danneggiano – come si vuole - la Russia, perché la Russia è un Paese che importa molte derrate alimentari. Quindi è certamente una situazione negativa. Putin ha dichiarato l’altro giorno che la Russia è uscita dalla crisi, ma per ora segnali precisi in questo senso non se ne vedono.

D. – C’è da dire che le sanzioni sono lo strumento che ci siamo “inventati” dopo le guerre: prima il conflitto rappresentava la risposta a mosse come l’annessione della Crimea da parte della Russia, adesso si agisce con le sanzioni…

R. – Certo, meglio le sanzioni delle guerre. Le sanzioni, però, da sole non bastano. In fin dei conti, anche le sanzioni sono una guerra di tipo economico. Fin dal 1932, un famoso politologo, Carl Schmitt, prevedeva appunto che in futuro per costringere alla resa un Paese si sarebbero utilizzati strumenti di tipo economico e non più esclusivamente le armi. Ed è quello che è avvenuto in molti casi. Ripeto, però, il successo di queste misure è molto dubbio. Si arriva sempre ad una fase in cui c’è una trattativa. E’ difficile che ci sia un Paese che sotto il peso delle sanzioni, da un momento all’altro, cambia completamente.








All the contents on this site are copyrighted ©.