2015-12-30 12:00:00

Torino, sindaco a arcivescovo servono i poveri a tavola


Al Lingotto Fiere ieri sera si è svolta la “Cena a mille”, organizzata dal Banco Alimentare: mille torinesi in difficoltà serviti a tavola anche dal sindaco, Piero Fassino, e dall’arcivescovo, Cesare Nosiglia. Diventata ormai una tradizione, al suo quinto anno, la cena è una delle risposte a una povertà alimentare crescente in Piemonte. Il servizio di Veronica Di Benedetto Montaccini:

Un pasto speciale che invita a sperare. Si rinnova così l’appuntamento della “Cena a mille” che Banco Alimentare insieme con la città dedica alle persone povere. Sono 70 le associazioni che schierano 170 volontari e sono tutti "stellati" gli chef in cucina. Salvatore Collarino, presidente del Banco Alimentare Piemonte, spiega il senso dell'iniziativa:

“Noi diciamo che questo è un segno di fiducia, anche perché spesso ci siamo resi conto che la povertà si accompagna a un altro dramma che è la solitudine. Con la nostra iniziativa vogliamo aiutare a far sì che le persone possano riemergere da questa situazione di difficoltà, anche acquistando fiducia nella loro dignità di esseri umani”.

In questi ultimi anni, c’è una maggiore attenzione a ridurre gli sprechi: per esempio, 180 supermercati riforniscono il Banco Alimentare con tutti gli alimenti a breve scadenza che altrimenti andrebbero buttati. 5.100 tonnellate di cibo che vengono smistate tramite 598 strutture caritative per iniziative sociali come la “Cena a Mille”. Ma questo, secondo il presidente, non basta per far fronte a un’emergenza di povertà alimentare crescente:

“Non c’è una riduzione di questi segnali importanti di povertà, anzi vediamo ogni giorni aumentarne l'entità. In Piemonte, secondo l’Istat, si stima siano circa in 250 mila le persone al di sotto della soglia di povertà assoluta. Con la sola riduzione degli sprechi noi riusciamo ad aiutare la metà di queste persone”.

Occorrono aiuti alimentari a lungo termine nei quali si uniscano diversi attori locali, dall'amministrazione alle associazioni, dalle strutture di carità alle parrochhie del territorio. Un percorso che passa anche dall’apertura della Porta Santa del Cottolengo, a Torino, avvenuta il 20 dicembre scorso. In quel momento, la città si è avvicinata ai poveri e ha compreso pienamente il significato dell'accoglienza, come racconta l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia:

“Ho invitato per l'occasione anche le persone importanti in vari ambiti - industriale, economico, culturale - per venire assieme ai poveri in occasione dell’apertura della Porta Santa. Si sono così ritrovati a stare insieme con loro, a conoscerli da vicino, a parlare e a condividere un pranzo. Un esempio di come è importante dire alla città che conta che, se si vuole veramente fare questo Giubileo, si deve partire dai poveri”.

E attraverso una tavola o una cena con mille commensali come quella promossa dal Banco Alimentare - conclude mons. Nosiglia - si può riacquistare il senso di comunità.








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