2015-12-31 14:00:00

Brasile: nota dei vescovi su tragedia mineraria di Mariana


Continua l’emergenza ambientale in Brasile, a quasi due mesi dal più grave disastro della sua storia: il 5 novembre scorso, infatti, crollavano due dighe contenenti vari milioni di rifiuti tossici, esiti di operazioni minerarie. Fanghi ferrosi contaminati da arsenico, piombo, cromo ed altri metalli pesanti invadevano la città di Mariana, nello Stato di Minas Gerais, e le località circostanti, provocando almeno 17 le vittime e centinaia di sfollati. Per questo, la diocesi locale, insieme alle altre circoscrizioni ecclesiastiche della regione, ha diffuso in questi giorni una speciale nota “in favore di tutti coloro che sono stati colpiti” da tale disastro.

Avvenimento tragico che ha scioccato il mondo. Non dimenticare le vittime
Nel documento, i presuli brasiliani definiscono l’avvenimento come “un evento che ha scioccato il mondo” e le cui conseguenze “devono ancora essere calcolate con precisione”. Oltre alle vittime, che “non verranno mai dimenticate”, infatti, i vescovi citano il danneggiamento dell’ecosistema e l’inquinamento del Rio Doce, che ha provocato, a sua volta, l’impossibilità di irrigare i terreni agricoli, la crisi del settore ittico ed il turbamento della vita culturale e religiosa degli indios locali, legata alle acque del fiume. Di fronte a tale drammatica situazione, la Chiesa brasiliana “manifesta chiaramente il suo appoggio a tutte le vittime” e ribadisce il suo “impegno permanente nella difesa dei loro diritti e nella garanzia che giustizia sia fatta”.

I colpevoli si assumano le loro responsabilità
“È giunto il momento di unire gli sforzi – si legge ancora nel documento – in favore delle vittime e della piena ricostruzione socio-ambientale”, il che implica “l’assunzione di impegni e di responsabilità da parte di coloro che hanno causato questa tragedia”. Per questo, affermano i presuli, “è quanto mai urgente appurare le cause del crollo della diga, identificare i responsabili e far sì che nessuno resti impunito, affinché i diritti delle vittime vengano tutelati”. Di qui, il richiamo che la Chiesa brasiliana fa alla necessità di “compensare ed indennizzare” coloro che sono stati colpisti dal disastro.

Ripensare attuale modello di sviluppo, incentrato su idolatria del denaro
Non solo: i presuli sottolineano che “questa tragedia insegna a ripensare l’attuale modello di sviluppo in un Paese che colloca il guadagno al di sopra di tutto, trascurando la vita umana e del pianeta”. “Non è più possibile – ribadiscono i vescovi – vivere in una sorta di asfissiante gara del consumismo, alimentato da un’economia che fa del denaro un idolo di fronte al quale tutti si inginocchiano”. “Rivedere le politiche minerarie è inevitabile”, si legge poi nella nota, così come è “irrinunciabile” guardare “al bene comune e non agli interessi particolari dei gruppi che detengono il potere economico”. Lontana dalla “tentazione della corruzione o da qualsiasi altro tipo di pressione”, dunque, la società civile, insieme agli organismi preposti, sia coinvolta “nell’elaborazione di un nuovo Codice minerario”.

Fare giustizia nei confronti degli uomini e del Creato
Ulteriori appelli i vescovi li rivolgono “alle autorità competenti affinché non dimentichino l’impegno di fare giustizia nei confronti delle persone e dell’ecologia”, mentre ai mass-media viene richiesto di “essere fedeli al loro dovere di informare con verità ed etica, senza cedere alla corruzione economica o alla tentazione di spettacolarizzare un avvenimento tragico”. In nome “della solidarietà e della giustizia”, infine, la Chiesa brasiliana “si pone al servizio di questa causa” ed incoraggia “la formazione di associazioni per le vittime” con l’unica motivazione “della forza del Vangelo che ci esorta a farci prossimi gli uni degli altri”. (I.P.)








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