2016-01-07 14:10:00

Allarme vescovi Etiopia: 10 milioni di persone vittime di carestia


Sono oltre 10 milioni gli abitanti dell’Etiopia minacciati dalla carestia, provocata da una grave siccità: a ricordarlo è la Conferenza episcopale locale, in una nota diffusa al termine della 38.ma Assemblea ordinaria, svoltasi nei giorni scorsi ad Addis Abeba. Nel documento, i presuli esortano le agenzie cattoliche, le ong e le persone di buona volontà ad affrontare l’emergenza, per salvare la vita delle persone più a rischio. “La siccità – scrivono i vescovi etiopi – sta avendo gravi conseguenze sulla vita della popolazione”, costretta ad affrontare “la carenza di cibo”.

Siccità, diretta conseguenza di cambiamenti climatici e degrado ambientale
Non solo: i presuli sottolineano che la siccità “è una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale”, ed ha creato “una situazione di emergenza mai sperimentata prima nel Paese”. Citando, quindi, quanto scritto da Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune”, ovvero che “molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai servizi dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risorse forestali” (n.25), la Chiesa di Addis Abeba sottolinea che “per rispondere alla crisi alimentare nel Paese occorrono 1,4 miliardi di dollari”.

La Chiesa sempre impegnata ad aiutare i più vulnerabili
Per questo, la Chiesa cattolica esprime apprezzamento per gli sforzi portati avanti dal governo locale e dalle organizzazioni umanitarie “impegnati a salvare la vita di coloro che vivono nelle aree colpite dalla siccità”. Dal canto loro, i vescovi si impegnano “a fare la loro parte nel cercare di raggiungere tutte le comunità più vulnerabili con progetti di risposta all’emergenza”, anche attraverso “il recente appello lanciato dalla Caritas Internationalis per una raccolta fondi” destinata all’Etiopia.

Oltre 800mila persone costrette a migrare altrove: unità familiare a rischio
I presuli, poi, esprimono preoccupazione per le famiglie, in particolare quelle povere, costrette a migrare a causa della carestia, ed a vivere “con grande incertezza il futuro loro e dei loro figli”. Oltre 821mila persone, attualmente, sono “sfollate a causa della siccità, della carestia e dei conflitti” – sottolinea la Chiesa etiope – lanciando l’allarme anche per i tanti giovani che “corrono il rischio di migrare altrove, attraverso mezzi illegali, in cerca di un lavoro e di una vita migliore”. Una situazione che lascia soli ed abbandonati i genitori, le mogli, le giovani donne, tutti lontani dai figli, dai mariti e dagli uomini che spesso sono gli unici “a portare il pane quotidiano in casa” ed a difendere le ragazze “da violenze ed abusi”.

Fornire alla popolazione cibo, cure mediche, bestiame
Di qui, l’appello a tutti gli attori in causa – Chiesa, governo e privati - affinché “si colmino le carenze umanitarie di questa emergenza, fornendo alla popolazione non solo cibo, ma anche cure sanitarie, controllo delle malattie e la possibilità di ripopolare il bestiame”. Infine, i presuli chiedono alla rete Caritas di supportare “generosamente” le comunità colpite dalla carestia, ribadendo che “non viene sottolineata mai abbastanza la necessità di azioni umanitarie immediate e continuative per salvare vite ed assicurare un sistema sostenibile alle famiglie”.

460mila euro donati da "Aiuto alla Chiesa che soffre"
E tra i primi organismi a rispondere all’appello dei vescovi etiopi c’è la fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs), che ha stanziato un nuovo contributo di 460mila euro in favore delle 13 diocesi dell’Etiopia. Tale contributo  sosterrà 1.415 famiglie per l’intero 2016. “La situazione continua a peggiorare drammaticamente – racconta ad Acs padre Haile Gabriel Meleku, vicesegretario generale della Conferenza episcopale etiope – Le persone a rischio sono oggi due milioni in più rispetto ad appena un mese fa. Ed il numero potrebbe essere perfino superiore di quanto crediamo”.

Allarme per abbandoni scolastici e rischio conflitti civili
​Tra le conseguenze più gravi, padre Meleku indica l’abbandono scolastico da parte di molti bambini e l’insorgere di conflitti all’interno della popolazione, dovuto al fenomeno migratorio. “La catastrofe si avverte in ogni luogo”, sottolinea ancora il sacerdote; anche la Chiesa ne subisce i drammatici effetti perché molti fedeli non hanno più le forze per partecipare alle celebrazioni. Da ricordare che l’Etiopia è uno dei maggiori destinatari degli aiuti di Acs, che nel 2014 ha donato alla Chiesa locale oltre un milione e 200mila euro. (A cura di Isabella Piro)








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