2016-01-09 13:53:00

Colonia, amplificazione di ordinarie aggressioni alle donne


"Per dimensioni, organizzazione, numero e intensità, un evento come quello di Colonia mai sicuramente prima d'ora è accaduto, o comunque mai se n'è avuta notizia. E' stato purtroppo l'apice di ciò che in misura minore ci accade tutti i giorni". La giornalista Gaia Manco, fondatrice - proprio in Germania - del blog https://ledonnevisibili.wordpress.com/ (in cui ha appena pubblicato una riflessione specifica sul tema), commenta dal Sudafrica - dove attualmente vive e lavora - i famigerati fatti di Capodanno. 

"Io sarei molto cauta nel dire che dietro ci sia una 'strategia araba'. Se dobbiamo mettere in relazione migranti e violenze sessuali, dobbiamo allora per onestà fare innanzitutto riferimento alle donne profughe e al fatto che la loro condizione di vulnerabilità le rende ancora più esposte a questo rischio. Si deve dunque parlare di una componente culturale che può avere facilitato una certa assoggettazione della donna, ma tenendo conto che questa è solo una delle tante componenti in ballo". 

"Io stessa sono migrante, anche se privilegiata", riprende Gaia. "Vivo quasi ogni giorno, in situazioni assolutamente comuni, la paura di incappare in molestie sessuali e racconto nel blog le prime che mi sono venute in mente, accadute nel corso degli anni in vari luoghi. C’è un problema culturale generale a monte nei confronti delle donne: una visione della donna come oggetto. E quando si parla di ‘nostre donne’ nel tentativo di difenderle, con l’aggettivo possessivo, già si fa un errore perché nessuna donna, come nessun uomo, è di proprietà di alcuno. D'altra parte non trascuriamo anche certo atteggiamento delle stesse donne che in taluni casi predispone quasi alla giustificazione di atti del genere ai loro danni". Cosa imparare da questo episodio? "La consapevolezza che questi fatti fanno parte delle nostre città. Siamo noi donne le prime a doverne parlare, sono gli uomini a dovere ascoltare e a dovere aiutarci".








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