2016-01-11 11:38:00

Unioni civili: natura umana vs determinazione puro desiderio


"Il Ddl Cirinnà è il colpo di coda di una rivoluzione antropologica che sta cercando di cambiare la natura umana, tutto quanto è biologico e radicato nell’essere della persona umana è ritenuto secondario rispetto alla determinazione del puro desiderio". Don Aldo Vendemiati, professore ordinario di Filosofia Morale alla Pontificia Università Urbaniana, analizza il decreto che divide i parlamentari.

"E' l’esigenza di un principio di egalità a muovere il decreto, un principio che richiede che gli uguali siano trattati in modo uguale e i diseguali in modo disuguale. Ora, si pone il problema antropologico fondamentale di sapere se, al fine di formare una famiglia, l’essere di uno stesso sesso o di sesso diverso sia equivalente. Parlare di unioni civili è chiaramente una finzione di tipo nominalistico, perché di fatto tutta la descrizione dei diritti e dei doveri delle coppie di persone dello stesso sesso ricalca perfettamente la disciplina matrimoniale. E’ insomma un escamotage perché di vero matrimonio si tratta, nonostante i termini che vengono usati." 

"Un cattolico, che si forma la propria coscienza con fede e ragione strettamente unite (considerando la natura umana e la storia della persona umana che è legata alla biologia), non può che riconoscere l’istituto della famiglia un istituto fondamentale della società e la genitorialità il frutto dell’incontro fertile tra due persone di sesso diverso. Peraltro in questa genealogia la genitorialità determina dei ruoli, materno e paterno, che non possono essere sovrapposti né sostituiti. Il clima pretestuoso che c'è dietro questo Ddl - spiega Vendemiati - mi sembra che sia evidente anche dalla fretta con cui si corre alla sua approvazione, una urgenza che non è giustificata dalla realtà dei fatti. Mi viene alla mente una frase amara di Piero Calamandrei quando diceva che arriva un momento in cui i dilettanti di Filosofia e del Diritto cominciano a scambiare i propri desideri per diritti e questo non può che portare alla distruzione della società”.

Il 30 gennaio è in programma un nuovo Family Day: servirà? "In una situazione così drammatica come quella in cui ci troviamo, una qualunque iniziativa tesa alla salvaguardia della famiglia è benvenuta. Dobbiamo mettere in campo tutte le risorse: politiche, culturali, spirituali, sociali… non mi porrei tanto il problema se riuscirà o no a fermare il decreto. Ciò che dipende da noi è fare le cose giuste e penso che questo Family Day sia una cosa giusta".








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