2016-01-13 11:25:00

Parolin: la misericordia indicata dal Papa è sempre dono da accogliere


Grande risonanza ha avuto in tutto il mondo la presentazione, ieri a Roma, del libro-conversazione di Papa Francesco intitolato “Il nome di Dio è misericordia”. Insieme all’autore, il vaticanista Andrea Tornielli, era presente tra gli altri anche Roberto Benigni e il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Al microfono di Fabio Colagrande, il porporato sottolinea come la misericordia indicata dal Papa non riguardi solo la conversione del singolo ma tutta la società:

R. – Una misericordia – direi - sulla linea, prima di tutto, delle opere di misericordia. Devono, cioè, diventare anche queste una dimensione sociale. Venire, quindi, veramente incontro alle necessità degli uomini, come espressione della misericordia. Certo, come espressione di giustizia, prima di tutto, perché all’uomo in quanto tale è dovuto il rispetto dei suoi diritti e delle sue necessità di fondo. Ma tutto questo deve partire da questo sentimento e da questo atteggiamento del cuore: che si apra verso il fratello e che veda in ciascuno un fratello. Credo che questa sia la dimensione della  misericordia. Poi, l’altra questione è la grande questione del perdono. Deve diventare anche questo un principio, perché se non ci perdoniamo non ne usciremo più e questo circolo non si spezzerà: il circolo della violenza, il circolo del conflitto.

D. – Nel libro il Papa riflette anche sul fatto che si sente talvolta dire anche nella Chiesa che c’è troppa misericordia. Come affronta questo aspetto?

R. – A me pare che sia molto chiaro, il Papa lo ha detto. Io, anzi, ho trovato proprio nel libro questo equilibrio. Anche se nella misericordia non si può parlare di equilibrio, perché è tutto un atteggiamento che nasce proprio indipendentemente dai meriti che la persona ha. Se la misericordia, infatti, guardasse soltanto ai meriti forse, appunto, non sarebbe più misericordia. Dunque, va oltre i meriti. Mi pare, però, che il Papa sottolinei bene: il Signore, cioè, è venuto per chi gli apre la porta, anche per chi solo ha intenzione di aprirgli la porta. Ma certamente se c’è una sovrabbondanza di misericordia, ci deve essere anche un atteggiamento di apertura da parte della persona. Questo è logico. A chi rimane chiuso alla grazia di Dio, la grazia di Dio non può fare nulla, non può entrare. Gesù lo ha detto nell’Apocalisse: “Io sono fuori, alla porta, e busso. Se qualcuno mi apre, io entro”. Ma se uno non gli apre, non entra, non sfonda.

D. – Cosa ha apprezzato dell’intervento di Benigni?

R. – Beh, intanto la passione con cui lui si esprime e poi questa maniera di presentare la Dottrina della Chiesa. E’ stato molto tradizionale in tutto quello che ha detto. Non ha detto niente di… anzi, anzi! Ma con questa capacità proprio di accattivare le persone e di far vibrare un poco il cuore. In fin dei conti, infatti, è questo: se non riusciamo a far vibrare i cuori, il messaggio stesso rimane molto esterno.  








All the contents on this site are copyrighted ©.