Inizia oggi la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema “Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio” (cfr. 1 Pietro 2, 9). Il testo del sussidio di quest’anno giunge dalla Lettonia. Sul tema di questa Settimana ascoltiamo il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, al microfono di Philippa Hitchen:
R. – Wir haben als Leitwort dieses schöne Wort,
dass wir berufen sind, die Großtat Gottes zu verkünden …
Il nostro motto è quella bella espressione secondo
la quale siamo chiamati ad annunciare le grandi opere di Dio. Il testo biblico dice
che per un certo tempo siamo stati esclusi dalla misericordia di Dio, mentre ora invece
ci è consentito vivere della sua misericordia. In questo c’è una bella coincidenza
con il Giubileo della Misericordia e questo Giubileo è un’occasione per riflettere
tutti insieme sul nucleo della fede cristiana. L’ecumenismo non significa soltanto
ragionare delle questioni impegnative che ancora ci dividono, ma approfondire insieme
il nucleo, il cuore della fede cristiana: per fare questo, il Giubileo della Misericordia
e la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sono una buona opportunità.
D. – L’anno appena iniziato si configura come un anno importante per i rapporti ecumenici, a iniziare dal 500.mo anniversario dell’inizio della Riforma; a questo proposito, voi avete già pubblicato delle linee guida in ambito liturgico …
R. – Ja, wir haben bereits ein Dokument veröffentlicht, das heißt “Vom Konflikt
zur Gemeinschaft” …
Sì, abbiamo già pubblicato un documento che si chiama
“Dal conflitto alla comunione“ nel quale vogliamo manifestare in quale modo sia possibile
celebrare insieme l’evento della Riforma. Sulla base di questo documento, un gruppo
di lavoro ha elaborato elementi liturgici che ci possono consentire di celebrare insieme
la commemorazione dell’inizio della Riforma. Questo documento verrà inviato dalla
Federazione luterana mondiale e da noi. Poi stiamo lavorando alla preparazione dell’incontro
liturgico tra luterani e cattolici a livello mondiale, che è programmato per la fine
di ottobre a Lund, in Svezia. Lund è il luogo in cui è stata istituita la Federazione
luterana mondiale. L’idea bella che hanno avuto i luterani è stata di aver detto,
fin dall’inizio, che non sono i luterani che invitano noi cattolici, ma saranno i
luterani e i cattolici che insieme inviteranno gli altri. Spero che questo evento
che si celebrerà a Lund possa approfondire l’unità tra luterani e cattolici e possa
rappresentare un bel passo ampio sulla strada della piena unità.
D. – Per molti il periodo della Riforma rappresenta un periodo di conflitto …
R. – Zunächst einmal müssen wir das sehr ernst nehmen, weil die Reformation ja
nicht nur …
Intanto, è necessario prenderla molto sul serio questa
cosa, perché la Riforma non ha portato soltanto la riscoperta della Bibbia e la Dottrina
della Giustificazione – per esempio – ma ha anche portato alla separazione e ha provocato
orribili guerre di religione nel XVI e nel XVII secolo. Ancora recentemente, Papa
Francesco ha detto: “Se guardiamo ai combattimenti cruenti tra sunniti e sciiti, dobbiamo
ricordarci che abbiamo fatto la stessa cosa tra luterani e cattolici”. In questo senso,
dobbiamo chiedere perdono. Questo, però, è soltanto un aspetto. Noi non celebriamo
soltanto i 500 anni dall’inizio della Riforma, noi celebriamo anche i 50 anni di dialogo
ecumenico tra cattolici e luterani: dobbiamo essere grati e riconoscenti per aver
riscoperto in questo mezzo secolo tante cose che abbiamo in comune. Il terzo aspetto
è la speranza. La speranza che questa celebrazione comune della commemorazione della
Riforma ci aiuti a trovare nuova fiducia per il futuro.
D. – Quello attuale è un anno importante anche per il mondo ortodosso, con il Sinodo pan-ortodosso previsto per la primavera. Cosa significherà questo evento per il dialogo con il mondo ortodosso?
R. – Zunächst einmal wird es ein wichtiges Ereignis für die orthodoxen Kirchen
sein, …
Prima di tutto, questo è un evento epocale per le
Chiese ortodosse che negli ultimi mille anni non hanno più celebrato un simile Sinodo.
Credo che il Patriarca ecumenico Bartolomeo avesse ben chiara la serietà della situazione,
quando ha affermato chiaramente: “Gli ortodossi dicono sempre che sono una Chiesa
sinodale: ora devono anche dimostrare al mondo di essere sinodali”. Dall’altro canto,
sono convinto del fatto che, se nell’ambito del Sinodo pan-ortodosso le Chiese ortodosse
riusciranno a trovare una maggiore unità tra loro, questo possa rappresentare un grande
aiuto nell’affrontare e poi superare le difficoltà nel dialogo cattolico-ortodosso.
Così io spero e prego che questo Sinodo pan-ortodosso possa veramente aver luogo a
Pentecoste, come previsto.
D. – E’ previsto anche un importante incontro annuale con le Chiese ortodosse orientali al Cairo, quest’anno: quali sono le sue speranze per questo incontro?
R. – Wir haben in der Vollversammlung mit den orientalisch-orthodoxen Kirchen Anfang
Februar …
Abbiamo in programma un’assemblea generale con le
Chiese ortodosse orientali all’inizio di febbraio al Cairo. Questo incontro aprirà
una terza fase; la prima fase ha trattato la costituzione e il centro della Chiesa,
la seconda fase della “communio” e della comunicazione tra le Chiese nei primi cinque
secoli. Ora iniziamo un dialogo sui Sacramenti, soprattutto sui Sacramenti dell’iniziazione:
in primo piano ci sarà il Battesimo. Non è un argomento facile da trattare, perché
alcune Chiese ortodosse orientali ancora praticano la ripetizione del Battesimo: per
esempio, in occasione del matrimonio o della conversione. Questa, naturalmente, è
una sfida importante perché il Battesimo e il riconoscimento comune del Battesimo
rappresenta il fondamento dell’ecumenismo. In questo ambito, spero che riusciremo
a trovare un maggiore consenso tra di noi.
All the contents on this site are copyrighted ©. |