2016-01-19 17:35:00

Lavoro, nel 2015 oltre 580 mila posti stabili


Nei primi 11 mesi del 2015 si sono registrati oltre 584 mila posti stabili. Lo comunica l'Osservatorio dell’Inps sul precariato. In aumento anche il numero di persone assunte con gli sgravi. Per Renzi, è il segno che le riforme funzionano. Alessandro Guarasci:

In Italia sembra tornare l’occupazione stabile. Nei primi 11 mesi del 2015 si sono registrate oltre 2,1 milioni di assunzioni a tempo indeterminato, e tra queste ci sono le trasformazioni di rapporti a termine e apprendisti. Per contro si sono registrate poco più di un milione e mezzo di cessazioni. Questo significa oltre 580 mila posti stabili nell’anno e 510 mila rispetto al 2014. A spingere il mercato gli sgravi contributivi, previsti dalla Legge di Stabilità per il 2015. Nei primi 11 mesi dell’anno, infatti, oltre un milione e 158 mila persone sono state assunte con questa modalità, grazie agli sgravi. Carlo Dell’Aringa, componente della Commissione Lavoro della Camera:

R. - Certamente le misure messe in campo ora hanno carattere eccezionale: gli sgravi non sono finiti, ma sono stati dimezzati nel loro valore. Per cui si spera che continuino ad operare nella giusta direzione,  cioè spostando le preferenze delle imprese da contratti precari a contratti stabili. L’intendimento del governo è quello di procedere alla riduzione delle tasse e quindi anche ad una riduzione strutturale del costo del lavoro. E penso che questo sarà necessario per evitare, appunto, che ci sia un rimbalzo in termini negativi quando il provvedimento sulle assunzioni andrà a finire. Quindi penso che ci sarà questo intervento del governo a ridurre, in termini strutturali, il costo del lavoro.

D. - Su questo incidono anche le nuove norme sui contratti di lavoro? 

R. - Le imprese si sono un po’ più abituate ad assumere a tempo indeterminato e si rendono conto che questo contratto è più flessibile di quanto fosse in precedenza, può darsi che non abbandonino questa abitudine, anche quando gli incentivi fiscali si saranno ridotti. Si tratta quindi di instaurare una prassi, che c’era nel nostro Paese fino a poco tempo fa, e che la crisi ha naturalmente ridotto nella sua quantità e che adesso si sta ricostituendo e cioè che una percentuale più elevata di contratti sono stabili. Può darsi che questo rimanga, in qualche misura, anche quando gli incentivi si saranno ridotti.








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