2016-01-19 14:15:00

Onu. Rev. Tveit: sui migranti l'Europa cammina senza unità


“La risposta più efficace” all’attuale crisi migratoria in Europa “sarebbe l’avvio di un solido processo politico di pace in Siria, fermare la guerra, sforzi più coordinati contro il terrore dello Stato Islamico”, ma anche riportare sicurezza e stabilità in altri Paesi africani ed asiatici come l’Afghanistan, la Libia, l’Iraq, la Somalia e l’Eritrea. Lo ha detto il Segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) , Olav Fykse Tveit, aprendo ieri a Ginevra la conferenza di alto livello sull’emergenza rifugiati promossa dallo stesso Wcc insieme diversi organismi delle Nazioni Unite (Unicef, Unhcr e Unfpa).

Un’Europa che cammina in ordine sparso
All’incontro, che si svolge in due giorni, partecipano un’ottantina di leader di governi europei, agenzie Onu e organizzazioni non governative. L’obiettivo è di capire meglio e con realismo le sfide poste dall’attuale crisi e impegnare tutti i soggetti coinvolti in una collaborazione coordinata per farvi fronte. La crisi - ha infatti sottolineato nel suo intervento il pastore Tveit - ha un duplice risvolto: quello dei rifugiati che a centinaia di migliaia cercano protezione in Europa e quello del modo in cui l’Unione Europea ha affrontato finora questa ondata. Essa si è dimostrata “incapace di coordinare i propri membri di fronte a una situazione che richiede solidarietà, protezione dei diritti umani e condivisione delle risorse”.  

Una collaborazione europea più stretta per ridare voce alla speranza
Solo con una più stretta collaborazione – ha quindi rilevato - è possibile ridare voce alla speranza”. Una speranza “che è più che mero ottimismo.  È la capacità che abbiamo come esseri umani di aspettarci qualcosa di meglio non solo per noi, ma per tutti, soprattutto per chi è nel bisogno.  È avere cura per gli altri adesso e in futuro.”

L’emergenza rifugiati non può essere gestita senza uno sforzo comune
Tveit ha citato come esempio in questo senso la nuova politica di apertura ai rifugiati della Cancelliera tedesca Angela Merkel.  “Questa decisione storica – ha detto - è stata un segno di rispetto per la dignità e i diritti umani di persone che sono nel bisogno. Inoltre, essa è stata un segno dei valori umanitari sui quali l’Europa afferma di essere fondata e dimostrati da gesti di solidarietà, giustizia, apertura, generosità e ospitalità” di tanti cittadini comuni, che - ha evidenziato - sono anche “espressione del retaggio cristiano in questo continente”. 

L'importanza dell'integrazione dei rifugiati  nei Paesi che li accolgono
​A questi gesti – ha poi ricordato Tveit - vanno aggiunti i tanti appelli delle Chiese e di altre organizzazioni ad intervenire nei Paesi di origine dei rifugiati, a creare corridoi umanitari e ad offrire asilo e mezzi di sostentamento a queste persone per permettere loro di rifarsi una nuova vita. “Sappiamo che se non si investono risorse nell’integrazione, i rifugiati e anche i Paesi di accoglienza rischiano di precipitare in nuove crisi, soprattutto se si creano ghetti di persone sottopagate e disoccupate. Questa situazione – ha ribadito in conclusione il segretario del Wcc - non può essere gestita senza uno sforzo comune”. (A cura di Lisa Zengarini)








All the contents on this site are copyrighted ©.