La “rapidità” con la quale le autorità israeliane hanno indagato sulla vicenda, arrivando al fermo di due giovani di 15 e 16 anni, è un “elemento positivo”. Tuttavia, questa vicenda è la prova che “se già minorenni nutrono questo odio, questa intolleranza verso i cristiani, essa non viene in modo spontaneo, ma è il frutto di indottrinamento e di educazione all’intolleranza”. È quanto afferma all'agenzia AsiaNews mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme, commentano l’arresto di due ragazzi di origine ebraica tra i 15 e i 16 anni, sospettati degli atti vandalici alla basilica della Dormizione del 17 gennaio scorso. “È necessario - aggiunge il prelato - controllare come viene svolta l’educazione nelle scuole religiose, in particolare quelle ultra-ortodosse che non sono sotto il controllo del governo”.
La polizia ha arrestato due sospetti
A due giorni dalla profanazione dei muri della basilica della Dormizione - con la
comparsa di scritte ingiuriose fra cui “Cristiani infedeli” e “Cristiani all’inferno”
e disegni minacciosi - la polizia ha arrestato due sospetti; ieri i due giovani sono
stati interrogati e nei prossimi giorni dovranno comparire davanti al tribunale di
Gerusalemme per la convalida del fermo giudiziario, in attesa del processo.
La basilica della Dormizione è un luogo simbolo del dialogo interreligioso
L’attacco giunge a sole tre settimane di distanza dall’atto vandalico al convento
salesiano di Beit Gemal. Fra le altre frasi ingiuriose ritrovate sul luogo di culto,
la scritta “Morte ai cristiani pagani, morte ai nemici di Israele” e ancora, “I cristiani
all’inferno”. Secondo la tradizione cristiana, la chiesa fu eretta nel luogo dove
Maria ha trascorso l’ultima notte prima di “addormentarsi”. Nella cripta c’è una statua
della Madonna che dorme. Nel 2014 papa Francesco ha celebrato una Messa nell’abbazia,
visitata anche da Paolo VI durante il pellegrinaggio in Terra Santa nel 1964.
Una piccola minoranza ebraica predica odio
Il vicario patriarcale di Gerusalemme sottolinea come l’attacco alla basilica riveli
“un odio tremendo” verso i cristiani, i quali invece muovono con decisione “verso
il dialogo e l’accettazione”. Tuttavia, una parte della comunità ebraica “va in senso
contrario; non si tratta di una linea voluta dal governo, quanto piuttosto di una
posizione radicale che unisce una parte della comunità ebraica, una minoranza che
predica odio e dice di allontanare i cristiani da Gerusalemme e dalla Terra Santa”.
I cristiani sempre più determinati a restare in Terra Santa
Mons. Shomali parla di “minoranza” che compie gesti codardi, nel buio della notte,
“non sono coraggiosi” e “non ci fanno paura, siamo sempre più determinati a restare
qui, una terra in cui viviamo da duemila anni… la Terra Santa è per tutti”. “Sono
sicuro - aggiunge - che il dialogo darà frutto e la prova sono le visite del Papa
alla sinagoga e, a breve, alla moschea a Roma”. Questi attacchi, prosegue il prelato,
indicano “non indeboliscono il dialogo ma confermano che esso va allargato a tutte
le classi, alle scuole, alle università secondo un modello educativo. Un esempio:
nei giorni scorsi mons. Bruno Forte (arcivescovo di Chieti-Vasto, ndr) ha tenuto una
lezione sul cristianesimo alla facoltà ebraica, rispondendo alle domande degli studenti.
Un altro sforzo nel solco dell’educazione al dialogo”.
A Betlemme corsi di dialogo interreligioso
La riforma deve avvenire nei manuali e nei testi scolastici, afferma mons. Shomali,
nelle scuole del governo dove studia la maggioranza dei giovani “bisogna presentare
le diverse religioni con semplicità, con un rappresentante per ciascuna fede che ne
racconti la storia partendo dai testi. Così ci sarà un vero confronto, un dialogo”.
Il vicario di Gerusalemme cita un esempio al riguardo: “All’università cattolica di
Betlemme c’è un corso di 30 incontri dedicato al dialogo interreligioso. Un cristiano
presenta il cristianesimo, un musulmano l’islam. Gli studenti sono cristiani e musulmani
- conclude il prelato - e fanno molte domande. I professori affermano che questi corsi
sono una meraviglia”.
Atti vandalici in altri siti cristiani
Ad opera di estremisti ebrei o coloni, nel recente passato sono stati colpiti diversi
obiettivi a sfondo religioso, fra cui la chiesa vicino al Cenacolo, la basilica di
Nazareth, altri luoghi di culto cattolici e greco-ortodossi a Nazareth e altri luoghi.
L’ultimo in ordine di tempo è l’incendio alla chiesa della moltiplicazione dei pani
e dei pesci a Tabgha. Nel mirino vi sono anche moschee e luoghi di culto musulmani
- secondo la logica del cosiddetto “price tag”. Il “prezzo da pagare” è un motto utilizzato
dagli estremisti israeliani, che minacciano cristiani e musulmani per aver “sottratto
loro la terra”. Un tempo il fenomeno era diffuso solo nelle aree al confine con la
Cisgiordania e a Gerusalemme, ma oggi si è esteso in gran parte del territorio. (R.P.)
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