“Se non è ‘stare con Gesù’, è affannarsi per tante cose”. Sono parole di mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, alla Messa, stamane, nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina. Tra i concelebranti, mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, e padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana e di Radio Vaticana. L’occasione: la pubblicazione del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e l’imminente memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione (24 gennaio).
Comunicazione e vocazione
Mons. Celli ha sottolineato che “anche la comunicazione
è vocazione”, ma solo se rientra “nel grande piano di amore di Dio per l’uomo”. Ha
ricordato l’esempio di San Francesco di Sales, che restava solo pochi minuti al giorno
senza pensare alle “cose di Dio”, per poi sottolineare l’importanza di “stare davvero
con Gesù”. Significa – ha spiegato – seguirlo e fare le sue stesse scelte, richiamandosi all’invito
evangelico di “predicare e scacciare i demoni”.
“Fare attenzione a ciò che si dice e a come si dice”
Mons. Celli ha sottolineato quanto sia difficile per
ognuno di noi accettare “il chiodo della Croce” quando ci tocca. Eppure questo significa
seguire Gesù ma – ha raccomandato – non senza ricordarsi la gioia e la tenerezza che
riceviamo da Dio e che siamo chiamati a esprimere all’altro. E qui il richiamo al
cuore della predicazione di Papa Francesco: mons. Celli ha ricordato l’invito del
Papa alla Chiesa ad aprirsi, a farsi “Chiesa in uscita” e poi l’invito deciso a far
sentire “il calore della Chiesa madre”. Dunque, in tema di comunicazione, mons. Celli
ha lasciato la raccomandazione precisa a “fare attenzione a ciò che si dice e a come
si dice”. (A cura di Fausta Speranza)
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