2016-01-23 10:52:00

Fisichella ai giornalisti: fate sapere dove serve misericordia


“Misericordia e verità si incontreranno”, questo il titolo della conferenza tenuta a Roma nella Basilica di Santa Maria in Montesanto da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e coordinatore del Giubileo della Misericordia. L’appuntamento, in prossimità della memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, apre il ciclo di incontri per gli operatori della comunicazione sociale e gli artisti, al quale interverranno anche il cardinale Gianfranco Ravasi (25 febbraio), padre Raniero Cantalamessa (18 marzo), Enzo Bianchi (7 aprile) e mons. Dario Edoardo Viganò (19 maggio). Mons. Fisichella sottolinea che “la verità è il poter fidarsi di una persona, la verità è fedeltà”. Ma in che modo è possibile coniugare verità, misericordia e comunicazione? Glielo ha chiesto Eugenio Murrali:

R. – Io direi sapendo raccontare quello che si vede, che non è soltanto un’azione negativa nella vita delle persone, delle società. Non c’è soltanto una cronaca nera che deve balzare sempre in primo piano. Ci sono tante impressioni che mostrano l’impegno, la concretezza, la bontà, una delle connotazioni fondamentali della vita delle persone. Senza bontà, senza amore, noi non potremmo vivere. Ecco perché l’esigenza di una comunicazione che sia globale, onnicomprensiva, ma che sappia anche dare il giusto peso e la giusta visione alla realtà. Questa realtà è fatta anche di opere di misericordia che sono elementi silenziosi, quotidiani nella vita delle persone, spesso nascoste. Penso alla tanta azione che spesso è compiuta dal volontariato, in tutte le sue manifestazioni, che non fanno notizia e tuttavia sono un’espressione fondamentale del vivere sociale, civile. Sono una responsabilità, una risposta che viene data alla società contemporanea. Quindi tutte queste forme di impegno di volontariato, civile, sociale, culturale, se vissute con misericordia, possono autenticamente esprimere una rivoluzione culturale. Abbiamo bisogno proprio di questo, di un cambiamento di mentalità, di cultura, che sappia porre al centro quello che è essenziale.

D. – Quale ruolo auspica per noi giornalisti durante questo Giubileo della Misericordia?

R. – Direi di grande responsabilità, che porta a dover esprimere la bontà esplicitata in tante situazioni differenti. Ma avete anche il ruolo di informare, di far sapere dove c’è bisogno di misericordia. Tante volte viviamo una situazione di profonda indifferenza e di distrazione. Credo che chi opera nella comunicazione possa avere anche questo grande compito, non solo di sostenere, ma anche di provocare, di farci veder quello che voi vedete e di farci comprendere di quanta esigenza di vicinanza, di accoglienza, ci sia ancora bisogno nel mondo di oggi.

D. – Un velocissimo bilancio di questo avvio di Anno Santo...

R.- Direi estremamente positivo, perché questo Anno Santo è diverso da tutti quanti gli altri. Questo è un Anno Santo vissuto in tutto il mondo contemporaneamente e quindi c’è una Porta della Misericordia che non è aperta soltanto nelle quattro Basiliche di Roma, ma è una Porta Santa aperta in tutte le Cattedrali, nei Santuari, in tanti luoghi di pietà e religiosità popolare. Quindi, da questa prospettiva, parlando con i vescovi, sentendo le relazioni che ci mandano, devo dire che è veramente un movimento di grazia inaspettato, ma di cui avevamo profondamente bisogno.








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