E' di 3 morti e di 10 feriti il bilancio dell'attentato realizzato nella serata di ieri davanti a un internet cafè nel centro di Qamishli, seconda città della provincia siriana nord-orientale di Hassakè. A portare ancora una volta morte e devastazione nel quartiere abitato in maggioranza da cristiani sono stati due ordigni, uno dei quali collocato su una moto-bomba, nella via conosciuta come “Miami street”, dal nome del ristorante che ospita.
Un atto terroristico dell'Is o dei curdi?
“Tutte e tre le vittime sono cristiane: si tratta di un caldeo e di due siro-ortodossi”
riferisce all'agenzia Fides l'arcivescovo Jacques Behnan Hindo, a capo dell'arcidiocesi
siro cattolica di Hassakè-Nisibi. “Al momento” prosegue l'arcivescovo Hindo “ci sono
voci ancora indistinte che parlano di una rivendicazione dell'attentato da parte dei
jihadisti del Daesh. Ma c'è anche chi mette in relazione gli attentati ai recenti
scontri tra milizie curde, che mirano a controllare quel quartiere, e i gruppi di
autodifesa “Sootoro”, formati da giovani cristiani siri e assiri, che sono attivi
in quella zona. Quindi, in molti pensano che dietro all'attentato potrebbero esserci
anche mandanti e esecutori curdi. E' un altro dei fattori inquietanti di questa guerra:
c'è il terrorismo, ma a volte non sappiamo chi davvero ci terrorizza”.
Oggi i funerali delle tre vittime
Già lo scorso 20 dicembre gli attentati contro due ristoranti di Qamishli, appartenenti
a proprietari cristiani, avevano provocato la morte di 13 cristiani e 6 musulmani.
Di recente, il Patriarca siro ortodosso Mar Ignatius Aphrem II si era recato a Qamishli,
nel governatorato siriano nord-orientale di Hassakè, per compiere una mediazione riconciliatrice
tra le milizie curde e i gruppi di autodifesa Sootoro. (G.V.)
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