2016-01-26 13:33:00

Mons. Tomasi: negoziati Siria partano dalla tregua


In Siria il sedicente Stato Islamico ha rivendicato sul web il duplice attentato suicida di stamani a Homs, città sotto il controllo del governo di Damasco. Un’auto imbottita di esplosivo è stata lanciata contro un posto di blocco nel quartiere di Zara e poi è saltata in aria, uccidendo almeno trenta persone e ferendone un centinaio. Intanto, da Ginevra arriva un’accelerazione ai negoziati, che dovrebbero partire venerdì prossimo con la partecipazione di governo e opposizione. Giancarlo La Vella ne ha parlato con l’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, mons. Silvano Maria Tomasi:

R. – Si sta tentando di giocare tutte le carte possibili per arrivare a un obiettivo molto specifico, che è il cessate-il-fuoco: cercare di avere una tregua, in modo che la popolazione civile, soprattutto, possa respirare un momento e si possa estendere a tutto il territorio della Siria l’aiuto umanitario di cui le persone hanno bisogno. Quindi c’è un po’ di fiducia. Partono oggi gli inviti ai gruppi che devono partecipare in questa prima fase di dialogo che riguarda i gruppi interni alla Siria, il governo e l’opposizione, e quindi si spera che il prossimo 29 gennaio, qui a Ginevra comincino a dialogare, anche se non si tratta di un incontro diretto tra le due parti, ma attraverso l’Inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite. In tal modo i due gruppi possano comunicare e mentre questi fa la spola tra i due, in modo da far avanzare l’agenda dei negoziati e cercare davvero di arrivare ad accordi anche minimi, che portino un momento di pausa nella violenza che ormai da anni domina la Siria e il Medio Oriente.

D. – Nel quadro delle trattative, c’è anche, per modo di dire, un “terzo incomodo”, il sedicente Stato Islamico, con il quale forse è impensabile dialogare: come porsi in questa questione?

R. – E’ vero che al Nusra e il cosiddetto Stato Islamico non sono parte né del dialogo né rientrano nell’obiettivo di un cessate-il-fuoco tra i contendenti in territorio siriano, per cui la comunità internazionale, che sta appoggiando, specialmente attraverso il dialogo tra la Russia e gli Stati Uniti, questa nuova fase di mediazione per arrivare a un cessate-il-fuoco, viene disturbata naturalmente dal fatto che la violenza poi continua attraverso questi gruppi estremisti, che sono considerati dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu gruppi terroristici. In pratica rimane in piedi una dimensione di incertezza e di difficoltà nell’avanzare verso l’obiettivo della pace.








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