2016-01-27 14:40:00

Immigrati. Unhcr: da Danimarca cattivo esempio all'Europa


Con 81 voti a favore e 27 contrari, il Parlamento danese ha approvato ieri nuove e controverse misure sui richiedenti asilo, su proposta del governo liberale di minoranza, con l’appoggio degli alleati dei partiti di centrodestra e del Partito socialdemocratico. Accanto alle proteste internazionali, timori sono stati sollevati da parte delle organizzazioni per i diritti umani e delle Nazioni Unite. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Un segnale di declino per l’Europa in un giorno nero per il diritto d’asilo. Si riassumono così gli amari commenti alla modifica, in Danimarca, della legislazione in materia di asilo, che ora prevede norme sul prelievo ai migranti di denaro e oggetti per un valore superiore ai 1.350 euro (diecimila corone danesi), per contribuire alle spese di mantenimento e alloggio, a esclusione degli oggetti di valore affettivo speciale. Oltre a questo, si allungheranno i tempi di ricongiungimento familiare, che arriveranno fino a tre anni, un punto che – secondo Amnesty International – violerebbe le convenzioni europee. Sin dall’inizio di gennaio, dall’annuncio di aver raggiunto un accordo sulla legge, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati aveva parlato di rischio di alimentare paura e xenofobia nel mondo. Federico Fossi dell’Unhcr:

R. – Come Unhcr, abbiamo espresso già in passato la nostra preoccupazione su questa decisione del governo danese. Una misura che rischia di dare un segnale innanzi tutto negativo ad altri Stati europei che andranno in direzione di una restrizione dello spazio e dell’asilo invece che di un ampliamento, come noi invece auspichiamo. Una misura che quindi rischia anche, in un certo qual modo, di alimentare sentimenti di paura, discriminazione e xenofobia nei confronti dei rifugiati che, ricordiamo, sono persone traumatizzate, in fuga da guerre e persecuzioni e che hanno diritto a ricevere protezione ed assistenza nell’Unione Europea.

D. – Quindi, l’Unhcr teme in sostanza che possa esserci un "effetto domino" in Europa…

R. – Sì, così come abbiamo visto anche per la chiusura delle frontiere lungo la direttrice balcanica. Una misura come questa rischia di andare in senso opposto a quello che invece noi vorremmo ci fosse, cioè una solidarietà globale in espansione nei Paesi europei. Nei mesi scorsi ci sono state grosse iniziative di solidarietà nei Paesi di arrivo, adesso stiamo vedendo una pericolosa chiusura. Oltre ad andare contro la dignità di queste persone, è una misura sbagliata anche per un altro motivo: i richiedenti asilo e i rifugiati hanno ovviamente bisogno dei loro averi per iniziare una vita nuova nel Paese di arrivo. Ad esempio, avere la possibilità di affittare una casa è un trampolino che rendersi autonomi il prima possibile.

D. – Nonostante Copenaghen abbia annunciato la volontà, con questa legge, di voler portare i rifugiati in linea con i disoccupati danesi, in realtà questa è un’operazione per scoraggiare i profughi dal chiedere asilo in Danimarca...

R. – Assolutamente. È un disincentivo a chiedere protezione internazionale in Danimarca. Ricordiamo, invece, che l’Unhcr spinge per una collaborazione di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea affinché garantiscano a persone che ne hanno diritto accesso al territorio dell’Unione in egual misura, dove possano ricevere assistenza e protezione.








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