2016-01-28 12:17:00

Mons. Zuppi: Chiesa e teologia in San Tommaso D’Aquino


Oggi si celebra la memoria di San Tommaso D’Aquino, grande teologo medievale che segnato la storia del pensiero cristiano e dell’Occidente. Mons.Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha rilasciato un’intervista alla sua Facoltà teologica dell’Emilia Romagna sul rapporto tra teologia e Chiesa.  Il servizio da Bologna di Luca Tentori:

Identità e futuro della teologia ai tempi di papa Francesco. A parlarne non un accademico ma un pastore, l’arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi. Per ribadire che anche sulla sponda della pastorale c’è bisogno di vera teologia.

“E’ un rapporto strettissimo. Qualche volta purtroppo bisogna dire che hanno preso delle strade diverse, faticosamente collegate l’una all’altra. La pastorale richiede la teologia. Senza questa rischia di essere “praticoneria” oppure ripetitiva, superficiale. Allo stesso tempo la teologia richiede la pastorale: sappiamo quanto una teologia lontana dal confronto con l’evangelizzazione rischia di diventare una mera riflessione teorica e accademica. Una lettura attenta, umana e profonda, una teologia che riesce a interpretare la storia”.

In questo rapporto di confronto e sfida tra realtà e teologia torna allora attuale il pensiero di San Tommaso D’Aquino.

“Mi sembra soprattutto un problema di metodo. San Tommaso che con la fede e la ragione interpretava, sapeva raccogliere tutte le sfide poste dall’umano. Oggi ci riconsegna un orizzonte largo e anche un non aver paura di tutto ciò che è umano. Nulla è indifferente, nulla non può essere raggiunto dalla riflessione spirituale e della ragione. Perché una facoltà teologica non vive in astratto e se si chiude nelle aule si perde. Al contrario se vive in questa osmosi con la vita della Chiesa e con la vita degli uomini davvero si arricchisce”.

Non solo teoria quindi ma anche pratica. E uno stimolo viene proprio da questo Anno Giubilare.

“La misericordia non si stanca. Scegliere sempre la via della misericordia  e non, come avrebbe detto San Giovanni XXIII, “le armi del rigore”. Io credo che la riflessione teologica ci debba aiutare in questo senso. Debba permettere di liberarsi dall’ipocrisia del rigore vuoto e inutile che allontana. L’esigenza della misericordia è in realtà dal punto di vista anche del rigore personale molto più coinvolgente, molto più esigente di un finto ritualismo”.








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