2016-01-29 19:04:00

Immigrazione, Vegliò: "L'Europa è diventata troppo egoista"


Sono oltre 200 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo dall’inizio del 2016. Lo ha rivelato l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Sentiamo Giada Aquilino:

In meno di un mese sono già 244 i migranti morti nel Mediterraneo. La maggior parte nel tentativo di attraversare l'Egeo, gli altri sulla rotta dalla Libia all'Italia. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, gli arrivi in Europa registrano una media vicina ai 2mila al giorno. La maggior parte dei migranti e rifugiati - oltre 52 mila - è giunta in Grecia, dove intanto prosegue lo sciopero dei marittimi che blocca da mercoledì i collegamenti tra Atene e le isole: al momento sono 4.500 i profughi che non riescono a lasciare Lesbo. Ankara invece fa sapere che, dall’inizio della guerra in Siria nel 2011, sono quasi 70 mila i bambini siriani nati in Turchia. Dal nord Europa, nessun ripensamento sulle espulsioni di non aventi diritto all'asilo. 

In questo quadro, il rischio è quello di mettere in discussione i valori storici dell’Europa, come spiega il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, al microfono di Michele Raviart:

R. – L’Europa ha perso lo smalto nelle sue qualità di accoglienza, di rispetto, di promozione umana. Si è chiusa troppo in se stessa, è diventata troppo egoista, e dà un’idea di un continente stanco. Qualsiasi cosa, quindi, che la tocchi o le dia un po’ fastidio, lei si chiude a riccio. Meravigliano anche i Paesi scandinavi, che per tradizione sono stati sempre molto accoglienti: la Svezia vuole rimandarne via 80 mila, e così la Finlandia; la Danimarca, poi, prende tutti i beni di questa gente. Non è una risposta europea quella che l’Europa sta dando.

D. – Perché, secondo lei, migranti e profughi sono considerati un fastidio, un pericolo?

R. – Perché siamo egoisti. Per i profughi c’è una maggiore sensibilità. Gli altri, però, vengono qui per stare meglio. Fanno di tutto per lasciare i loro Paesi e non li lasciano con gioia, per loro sono sacrifici: lasciare il proprio Paese, i propri amici, il proprio lavoro, se ce l’hanno; le famiglie si separano; si spendono tanti soldi. Bambini, donne, uomini in mezzo alla neve, al freddo, senza sapere dove andare, perché si costruiscono muri. E’ un problema l’immigrazione, certamente è un problema. L’Europa, infatti, non ha la capacità di assorbire questa massa di gente e nello stesso tempo non può nemmeno – soprattutto i profughi – cacciarli. Dove vanno, infatti?

D. – E’ possibile avere tutta questa diffidenza nei confronti dell’altro?

R. – E’ possibile purtroppo, perché c’è. Non è cristiano. L’uomo non solo fa le cose buone, fa anche le cose cattive. Se c’è una perdita del valore del denaro di un punto, tutti ne parlano, piuttosto che di 100 mila persone che sono per strada e non sanno dove andare. Il dio Mammona purtroppo è sempre molto forte.

D. – Purtroppo nel Mediterraneo si continua a morire. Abbiamo visto anche 38 morti nel Mar Egeo. Come si può sostenere questa situazione?

R. – Non si deve, non si può sostenere. Anche questo è un dramma: gente che vende, parte, lascia tutto, si imbarca in queste carrette del mare. Ci vuole un coraggio e una disperazione. Io spero che l’Europa abbia un sussulto di dignità, che ripensi a certe cose: la Slovenia, la Macedonia fanno i muri; l’Ungheria non li vuole proprio. Sono problemi grossi, ma l’Europa non deve affrontarli dicendo: “Via tutti da qui!” Deve pensare a delle soluzioni. Se fossero cristiane tanto meglio.








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