2016-01-29 11:53:00

Card. Scola: Family Day, un errore la "stepchild adoption"


“La famiglia è il rapporto stabile e aperto alla vita tra l’uomo e la donna che si fa carico dell’educazione dei figli, genera vita e si prende cura di due differenze fondamentali: la differenza sessuale e la differenza tra le generazioni”. Questo il cuore del dialogo scaturito tra l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, e i 350 sacerdoti incontrati oggi a Seveso per riflettere insieme sull’identità sacerdotale e il servizio nelle comunità cristiane. Il porporato fa sue queste parole pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco in sede di Consiglio permanente Cei, per rispondere a quanti gli chiedono un parere sul disegno di legge in materia di unioni civili che presto sarà all’esame del parlamento italiano.

Il Family Day: partecipare o no?
“Scandalizzarsi perché dei cittadini manifestano è profondamente sbagliato”, esordisce il cardinale, precisando che ci troviamo a vivere in una società pluralista in cui a volte i punti di vista sono in contrasto. “Sono certo che dal raduno del Circo Massimo usciranno ragioni adeguate e l’apertura al confronto”.

La legge sui diritti per le unioni omosessuali
“Bisogna evitare che l’istituto familiare venga non solo sminuito, ma anche offuscato da nuove leggi”, puntualizza l’arcivescovo di Milano, specificando che alle persone omosessuali i diritti vanno oggettivamente dati, ma devono andare a garantire la persona stessa. Due i punti che secondo il porporato vanno evitati: “Costruire un impianto di leggi che ricalchi l’istituto familiare e ammettere la 'stepchild adoption', via per giungere massicciamente all’adozione – attraverso la pratica dell’utero in affitto – dei figli di coppie omosessuali”. In questo modo, secondo il cardinale, si corre il rischio del dissolvimento della società, ma anche di mettere al mondo figli orfani di genitori viventi.

L’amore basta?
A quanti, criticando la posizione cattolica, oppongono l’argomentazione “basta che ci sia l’amore”, il cardinale Scola risponde così: “Basta intendersi su cosa questo significa. C’è unità indivisibile tra differenza sessuale, relazione con l’altro e fecondità”. Quanto, invece, alle accuse di ingerenza subite dai cattolici che esprimono la propria opinione, afferma: “È il segno dell’assenza dei cattolici dall’agone politico dopo la crisi del 1992. I cristiani, però, devono giocarsi in questo ambito con autentico spirito di servizio”. A questo proposito il porporato ha concluso citando come esempio l’esperienza dei “Dialoghi di vita buona”, il Comitato scientifico in cui persone con posizioni religiose, filosofiche, sociali e culturali differenti si confrontano per cercare la possibilità di vita buona che abbiamo in comune. (A cura di Roberta Barbi)








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