2016-02-02 10:00:00

Unioni civili: al Senato l’esame di costituzionalità


Oggi inizia al Senato l’esame delle pregiudiziali di costituzionalità del testo sulle unioni civili. In caso di bocciatura delle pregiudiziali, dal 3 febbraio prederà il via il voto sui singoli articoli del Ddl. Per il voto finale non è stata ancor fissata a una data, ma sul dibattito parlamentare si fa sentire la voce del popolo delle famiglie riunitosi per il "Family day" di sabato scorso a Roma. Il Comitato promotore chiede infatti che il testo venga ritirato e che si torni in Commissione. Marco Guerra ha raccolto il commento di Filippo Vari, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università Europea di Roma:

R. – Questa settimana entra nel vivo il dibattito parlamentare sul disegno di legge Cirinnà nell’Aula del Senato. Ci sono diverse questioni pregiudiziali relative alla costituzionalità del disegno di legge. Per una grande parte della società civile, che poi ha trovato espressione nell’incontro del "Family Day" di sabato scorso, questo disegno di legge contrasta con la Costituzione sia per ragioni sostanziali sia per ragioni procedurali. Sotto il profilo sostanziale, questo disegno di legge contrasta con la Costituzione italiana che riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, le assegna una posizione preferenziale. Qui, invece, il disegno di legge Cirinnà da un rilievo pubblico a forme di convivenza che nella società hanno una funzione diversa rispetto alla famiglia, e le equipara al regime della famiglia. Poi, ci sono tutti i profili relativi alla tutela dei minori – l’adozione del figlio del convivente – che in realtà acconsentono, nell’ordinamento, dei progetti omo-parentali. Il vero tema è che tramite questa norma due persone dello stesso sesso andranno all’estero, daranno vita a pratiche di procreazione assistita vietate dalla legge – due donne o due uomini, tramite l’utero in affitto – e poi torneranno in Italia e sarà che a un bambino l’ordinamento consentirà di dare anziché un padre e una madre, come è sempre stato finora, due padri o due madri. Poi, c’è un terzo aspetto procedurale perché questo disegno di legge sarebbe il primo della storia italiana, quantomeno repubblicana, a essere approvato senza essere mai stato esaminato da una Commissione parlamentare: la Costituzione all’articolo 72 stabilisce che i disegni di legge sono esaminati prima in Commissione e poi in Aula: qui si va direttamente in Aula e questa è una grave violazione procedurale. E’ come fare una sentenza senza fare l’istruttoria. Voglio comunque sottolineare che la Costituzione dà questo regime premiale alla famiglia non perché i coniugi si vogliano più bene rispetto a altre persone – magari ci sono due coniugi che litigano tutta la vita – ma perché riconosce che la famiglia, all’interno della società, ha una funzione che è diversa, che è speciale, che è unica rispetto a tutte le altre forme di convivenza: proprio per questa funzione sociale della famiglia, la Costituzione le assegna un regime premiale.

D. – In caso di bocciatura delle pregiudiziali, dal 3 febbraio inizia la discussione sul disegno di legge. Quali sono gli articoli più contestati e controversi?

R. – E’ tutto l’impianto del disegno di legge che è omogeneo. Cioè, il disegno di legge dà rilievo pubblico alle convivenze delle persone dello stesso sesso, le equipara alla famiglia e poi riconosce appunto questa possibilità di dar vita a progetti omo-parentali. Una volta che si pongono i conviventi omosessuali sullo stesso piano della famiglia fondata sul matrimonio, poi è chiaro che quello è un piano inclinato, una strada percorrendo la quale ci si incammina verso le adozioni. Poi, magari, non sarà questa volta il legislatore ma poi probabilmente o la Corte costituzionale o la Corte europea dei diritti dell’uomo o un nuovo intervento legislativo andrà in questa direzione.

D. – Sarà confermata la libertà di coscienza per i parlamentari del Pd? E cosa comporta il voto segreto?

R. – Il voto segreto comporta che chiaramente non è riconducibile la scelta che viene compiuta singolarmente da ciascun senatore al partito di appartenenza, perché non si sa chi ha espresso quelle determinate posizioni. E’ da auspicare che sia lasciata libertà di coscienza a tutti i senatori: una libertà di coscienza vera da parte dei partiti vuol dire libertà di coscienza su tutto, non sui singoli articoli. Però, in realtà, queste poi sono scelte che resteranno interne ai partiti. In realtà, su questi temi in tutte le democrazia mature, quando ci sono stati questi progetti di legge, c’è stato un ampio dibattito democratico; è stata lasciata libertà di scelta ai deputati. Invece, qui direi che il dibattito democratico – e questa è un’altra delle cose gravissime di questo disegno di legge – è stato compresso in maniera illegittima in contrasto con quello che prevede la Costituzione in proposito.








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