Una giornata di preghiera perché le elezioni presidenziali del 28 febbraio siano trasparenti e per un sereno svolgimento delle campagne elettorali. Ad indirla per il 5 febbraio i vescovi del Benin che la scorsa settimana hanno promosso a Cotonou un colloquio nazionale sul tema “La necessità di lottare contro la corruzione elettorale e i suoi misfatti nel regime democratico”.
I vescovi temono la corruzione elettorale e le frodi
Al centro della due giorni, che si è svolta il 27 e 28 gennaio, organizzata dall’Osservatorio
cristiano cattolico della governance allo Chant d’Oiseau, la libera scelta dei governanti
da parte della gente - fondamento di ogni vera democrazia -, e l’impatto della corruzione
elettorale nel sistema economico. Con l’incontro, riferiscono diversi media on line,
tra cui Actubenin e Benin Web Tv, si è voluto dunque sensibilizzare l’opinione pubblica
sul ruolo e l’importanza delle consultazioni elettorali come esercizio del potere
popolare e sulle modalità per arginare o limitare gli effetti negativi sulla democrazia
del Paese. I presuli temono l’utilizzo del denaro da parte dei politici come strumento
di persuasione per le loro campagne e frodi, come la distribuzione tardiva dei certificati
elettorali, le liste irregolari, i voti espressi da non aventi diritto.
Negoziazioni fra partiti e compravendite di voti, attentato alla democrazia
“Oggi voci persistenti fanno pensare ad un deterioramento assai avanzato di negoziazioni,
alleanze fra partiti politici, raduni di politici o della popolazione a favore di
questo o quel candidato a colpi di ingenti somme di denaro – ha affermato mons. Antoine
Ganié, presidente della Conferenza episcopale del Benin –. Se tutto ciò è vero, c’è
da temere per la qualità delle prossime elezioni e quindi per la sopravvivenza della
nostra democrazia”. (T.C.)
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