2016-02-04 20:30:00

Si indaga sulla morte di Giulio Regeni: l'Italia chiede verità


E' ancora tutta da chiarire la vicenda di Giulio Regeni, il dottorando friulano di 25 anni trovato senza vita ieri in un fosso nella periferia del Cairo, in Egitto. Versioni contrastanti sono state fornite dalle autorità del Paese ma il premier Renzi, in un colloquio telefonico con il presidente egiziano Al Sisi, ha chiesto chiarezza e collaborazione per indagini congiunte. Il presidente Sergio Mattarella ha definito l’uccisione di Regeni “un crimine efferato” che non può restare impunito. Benedetta Capelli:

L'ultima novità arriva dal “Manifesto”, il quotidiano con il quale Giulio Regeni collaborava usando uno pseudonimo proprio “perchè aveva paura per la sua incolumità”. E' uno dei risvolti di una vicenda ancora avvolta nel mistero nella quale la certezza è il ritrovamento del corpo seminudo del giovane sulla strada che collega la capitale con Alessandria, a diversi giorni dalla sua scomparsa avvenuta il 25 gennaio, nel quinto anniversario della caduta di Mubarak. Una ricorrenza vissuta da tutti nel timore di attentati. Si rincorrono invece le voci sulla presenza sul suo corpo di segni di torture con bruciature, ecchimosi e tagli. Per il procuratore egiziano di Giza si sarebbe trattata di “una morte lenta”. Una versione ribaltata dal ministero dell'interno che parla di abrasioni dovute ad un incidente stradale. A far luce sarà l'autopsia ma chiarezza viene invocata soprattutto dall'Italia. Renzi ha chiamato il presidente Abdel Fattah Al Sisi chiedendo la restituzione del corpo di Giulio e la piena cooperazione tra i due Paesi nelle indagini, come ribadito da Londra da Gentiloni e dal ministro degli esteri egiziano Shoukry. Anche la procura di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio a carico di ignoti.








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