“Assicuro l’impegno della Chiesa cattolica a proseguire la sua assistenza umanitaria” nei confronti dei siriani. E’ quanto affermato dall'arcivescovo Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, in occasione della conferenza dei Paesi donatori per la Siria oggi a Londra.
Chiesa aiuta tutti senza distinzioni di religione o etnia
Obiettivo della conferenza dal titolo “Sostenere la Siria e la regione” è
di cercare una via d’uscita alla crisi umanitaria del Paese e di sbloccare i fondi
per assistere i rifugiati e i Paesi vicini che li accolgono. L’arcivescovo Gallagher
ha ribadito che “nel distribuire aiuti, le agenzie e gli enti cattolici non fanno
distinzioni per quanto riguarda l’identità religiosa o etnica delle persone bisognose
di aiuto, cercando sempre di dare la priorità a chi è più vulnerabile e bisognoso”.
A rischio la presenza dei cristiani in Medio Oriente
Mons. Gallagher ha poi sottolineato che in Siria, sconvolta da cinque anni di guerra,
sono “particolarmente vulnerabili le minoranze religiose, tra cui i cristiani, che
soffrono enormemente per gli effetti della guerra e degli sconvolgimenti sociali nella
regione”. Di fatto, ha avvertito, “la loro stessa presenza e la loro esistenza sono
fortemente minacciate”. Per questa ragione, prosegue, “Papa Francesco ha ripetutamente
richiamato l’attenzione sui bisogni particolari dei cristiani e delle minoranze religiose
in Medio Oriente”.
Santa Sede chiede nuovi fondi per aiutare le popolazioni
Quindi, il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati ha messo l’accento sull’aumento
dei fondi stanziati dalla Santa Sede per rispondere alla crisi umanitaria in Siria
e nella regione. “Date le immense necessità umanitarie – ha detto – la Santa Sede
unisce la propria voce agli appelli per maggiori stanziamenti destinati all’aiuto
ai rifugiati e alle comunità ospitanti, che ne subiscono l’impatto”: Giordania, Libano,
Iraq, Turchia ed Egitto.
Dalla Chiesa interventi umanitari per 4 milioni di siriani
Nel 2015, ha poi spiegato, gli enti della Chiesa cattolica, “con i fondi ricevuti
grazie agli appelli lanciati dalle conferenze episcopali nazionali, alle donazioni
private di fedeli cattolici in tutto il mondo e in collaborazione con governi e organizzazioni
internazionali, hanno contribuito a fornire assistenza umanitaria per 150 milioni
di dollari americani, di cui hanno beneficiato direttamente oltre 4 milioni di persone”.
Le principali aree di priorità degli interventi da parte di enti cattolici nel 2015
sono state: educazione, assistenza alimentare e non alimentare, salute e infine gli
alloggi. Altri 12 milioni di dollari statunitensi, ha concluso, sono stati utilizzati
per fornire assistenza diretta in contanti, acqua e servizi igienici, sostentamento
e assistenza socio-psicologica. (A cura di Alessandro Gisotti)
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