2016-02-05 15:02:00

Siria, esodo verso Turchia. Audo: accordo nasca dall'interno


I confini tra Turchia e Siria resteranno chiusi dopo le dichiarazioni di ieri del premier turco, Davutoglu, che aveva parlato di circa 70 mila persone in fuga dalla provincia di Aleppo ammassate alla frontiera per sfuggire ai bombardamenti. Intanto, forti critiche arrivano da Nato e Onu e rivolte a Mosca, per l’appoggio alle forze di Assad. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Fuggono a migliaia, ma per loro la frontiera con la Turchia non si aprirà. I civili di Aleppo, sotto assedio dall’inizio del 2012, scappano verso il confine per sfuggire all’attacco contro i gruppi jihadisti portato avanti dalle forze di Assad e dalle milizie lealiste, appoggiate dai raid russi, fortemente contestati dalla comunità internazionale. E’ stato il segretario generale della Nato, Stoltenberg, a dichiarare oggi che "gli intensi attacchi aerei russi, che colpiscono soprattutto le truppe di opposizione in Siria, stanno minando gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto", e che il “rafforzarsi dell’attività aerea russa in Siria crea un aumento delle violazioni dello spazio aereo turco. Questo crea rischi, forti tensioni ed è una sfida all'Alleanza, perché sono violazioni allo spazio aereo Nato". Per l’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan De Mistura, la Russia starebbe accelerando il conflitto senza aiutare né l’aspetto umanitario né il dialogo politico. La Turchia non può impedire i nostri voli di ricognizione, è la risposta di Mosca, che accusa Ankara di voler invadere la Siria. Mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo e presidente di Caritas Siria:

R. – Ad Aleppo, sembra che l’esercito stia inseguendo i gruppi armati, ha riportato una vittoria su di loro. Inoltre, avanza nella direzione della frontiera turca. Sembra anche che l’esercito domini i gruppi armati nella città vecchia di Aleppo. Daesh, Jabhat Nusra, tutti questi estremisti armati per dimostrare che sono forti e si difendono bombardano, come al solito. Per esempio, ieri hanno bombardato quartieri cristiani con vittime. E’ una situazione veramente molto dura. Da più di tre mesi ad Aleppo non abbiamo corrente elettrica, non c’è acqua e con questo freddo terribile tutti soffrono molto, soprattutto e certamente i poveri.

D. – Ieri, a Londra, la Conferenza dei donatori ha deciso di dare 10 miliardi di dollari sia ai Paesi che ospitano i rifugiati sia alla Siria per far fronte all’emergenza umanitaria…

R. – Perché vedono che è una situazione umanitaria molto grave e che si deve fare qualcosa. E’ una cosa positiva, speriamo. La cosa più importante è cercare una soluzione perché non ci siano più questo commercio di armi e questi bombardamenti e con il sostegno delle Nazioni Unite si possa arrivare a un dialogo vero, che arrivi dall’interno della Siria e che non sia al servizio di interessi regionali e internazionali.

D. – La polemica internazionale è sui bombardamenti russi, hanno preso tutti una posizione contro Mosca per l’appoggio alle truppe di Bashar al-Assad. Lei ritiene che queste polemiche siano utili?

R. – Dal punto di vista dei siriani, penso generalmente che si voglia mettere fine a questi gruppi estremisti. Questa critica viene fatta, penso, perché l’esercito fa progressi contro questi gruppi armati e quindi, nell’interesse delle forze regionali che sono contro il regime, si fa di tutto per non aver una soluzione di pace con i politici siriani.








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