2016-02-06 12:05:00

Incontro Papa-Kirill. Padre Destivelle: nuova pagina di storia


Ha avuto una risonanza mondiale l’annuncio dello storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia il prossimo 12 febbraio a Cuba. Un evento di straordinaria importanza di cui ci parla il padre domenicano Hyacinthe Destivelle, responsabile della sezione orientale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, al microfono di Hélène Destombes:

R. - C’est une rencontre qui est désirée et préparée depuis très longtemps ; il y avait des projets …
E’ un incontro desiderato e preparato da molto, molto tempo; i progetti c’erano da 25 anni, ma non sono mai andati in porto. Negli ultimi anni, le relazioni si sono molto intensificate, in particolare a partire dal Pontificato di Papa Francesco. Il Patriarca Kirill aveva manifestato da tempo il desiderio di incontrare Papa Francesco, quasi fin dalla sua elezione; il metropolita Hilarion ha dato un forte contributo alla realizzazione di questo progetto: l’anno scorso, è venuto in Vaticano a più riprese …

D. – Un lavoro al quale ha contribuito anche Papa Benedetto XVI, creando soprattutto un’atmosfera di fiducia …

R. – Oui, tout à fait … malheureusement, le projet n’a pas pu se réaliser lors du pontificat du Pape Benoît.
Sì, è vero. Purtroppo, questo progetto non si è potuto realizzare durante il Pontificato di Papa Benedetto. Quello che aveva impedito l’incontro finora era un certo timore da parte del Patriarcato di Mosca, il timore del “proselitismo” cattolico in Russia, il timore anche di quello che chiamano “il metodo dell’uniatismo” , in particolare in Ucraina. Credo che questi timori siano stati superati e che gli ortodossi russi si rendano conto che da parte della Chiesa cattolica non c’è alcuna intenzione di fare proselitismo in Russia e che altrettanto non c’è alcun desiderio di riprendere il “metodo dell’uniatismo”, che consiste nel ri-annettere alcune parti della Chiesa ortodossa alla Chiesa cattolica. Attualmente, la Chiesa cattolica promuove un metodo diverso per raggiungere l’unità, che è quello ecumenico, un metodo cioè che non consiste nel riannettere una parte della Chiesa ortodossa alla Chiesa cattolica, ma che prevede un cammino che vogliamo fare insieme, un cammino di fratellanza, di collaborazione in diversi ambiti, un percorso di dialogo teologico e anche di carità, quello che chiamiamo il “dialogo della carità” … Tutto questo dovrà contribuire a riavvicinarci, gli uni con gli altri. Credo che lo scopo di tutto questo movimento ecumenico, di questo processo di unità è quello di riuscire, un giorno, cattolici e ortodossi, a fare la Comunione dallo stesso Corpo e Sangue di Cristo: questo è quello che conta.

D. – Si può parlare di “normalizzazione delle relazioni”? Di una nuova pagina che si apre nei rapporti tra le due Chiese?

R. – Je pense qu’on peut tout à fait parler, oui, d’une nouvelle phase: c’est à la fois un point d’arrivée …
Penso che si possa parlare in effetti di una nuova fase: questo evento è un punto d’arrivo, perché ci sono voluti molti anni per completare questo progetto; ma è al contempo anche un punto di partenza nei rapporti, nella misura in cui da adesso possiamo avere rapporti normali e fondati sulla fiducia. L’approccio di Papa Francesco è nella promozione di una cultura dell’incontro, e questo incontro sarà un momento particolarmente importante nel Pontificato di Papa Francesco: la Chiesa ortodossa russa infatti è una Chiesa molto importante nel mondo cristiano. E’ una delle Chiese più grandi, nella Chiesa ortodossa è al quinto posto, considerando che il “primus inter pares” nell’ortodossia – il Patriarcato Ecumenico, e quindi attualmente il Patriarca Bartolomeo, Patriarca di Costantinopoli, gode del primato d’onore nel plenum delle Chiese ortodosse; sicuramente la Santa Sede ha un legame particolare con il Patriarcato Ecumenico che – mi sembra – non possa essere paragonato ad alcun altro rapporto con le altre Chiese ortodosse. Detto questo, il Patriarcato di Mosca per il numero di fedeli rappresenta una questione di particolare importanza per quanto riguarda le relazioni ecumeniche, perché raggruppa quasi due terzi del mondo ortodosso.

D. – In occasione dell’incontro del 12 febbraio è prevista la firma di una Dichiarazione comune: cosa dobbiamo aspettarci?

R. – C’est une Déclaration commune qui vraisemblablement reprendra les thèmes qui sont …
E’ una Dichiarazione comune che verosimilmente riprenderà i temi particolarmente cari al dialogo cattolico-ortodosso in generale. Non è una Dichiarazione che si incentra su un aspetto teologico in particolare; non è una Dichiarazione che apre a prospettive teologiche particolari, perché il dialogo teologico si svolge nell’ambito della Commissione internazionale del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Nella Dichiarazione si parla degli ambiti di collaborazione e di dialogo che non hanno carattere teologico ma che pure sono molto importanti per il riavvicinamento delle Chiese: la questione della persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, la questione della famiglia, la questione della secolarizzazione, del ruolo che i cristiani possono ricoprire nelle società secolarizzate; la questione dei giovani, della vita in termini generali … tutti questi aspetti sono particolarmente importanti, soprattutto nel dialogo con la Chiesa ortodossa russa.

D. – Oggi c’è una reale sfida: parlare e lavorare insieme, a una sola voce …

R. – Oui. Toute l’idée de cette rencontre et sans doute de la Déclaration également, c’est que …
Sì, il concetto di fondo di questo incontro e sicuramente anche della Dichiarazione è di affermare che non siamo “concorrenti”, ma “fratelli”, in particolare fratelli dei nostri fratelli ortodossi con i quali condividiamo la medesima successione apostolica, la stessa concezione di Chiesa, la stessa concezione dei Sacramenti: noi riconosciamo tutti i Sacramenti ortodossi e gli ortodossi riconoscono a loro volta tutti i Sacramenti cattolici. Per questo, abbiamo grande interesse a lavorare insieme per testimoniare insieme il Cristo. Ecco, alla fine, lo scopo di questo incontro tra il Patriarca e Papa Francesco: testimoniare insieme il cristianesimo nel mondo di oggi.








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