No alla corruzione e alla denigrazione dell’onestà: questo l’appello lanciato da mons. Ramón Benito de La Rosa y Carpio, arcivescovo emerito dell'arcidiocesi di Santiago de los Caballeros, nella Repubblica Dominicana. Intervenendo in una trasmissione televisiva locale per commentare l’attuale situazione del Paese, il presule ha criticato quanti acquisiscono ricchezze illegalmente e rapidamente e allo stesso tempo vogliono sminuire il lavoro serio e onesto.
Lavoro ed onestà non sono concetti obsoleti
“Tutti ci lamentiamo della corruzione, ma la gente
si dimentica del lavoro e dell'onestà”, ha detto mons. de La Rosa, esprimendo rammarico
per quanti non vogliono operare in modo integro e corretto. "Il lavoro e l'onestà
non sono un qualcosa di obsoleto – ha sottolineato il presule – e la generazione che
si dimentica di questo è una generazione che non vive bene”. L’arcivescovo dominicano
ha poi insistito sul fatto che è molto spiacevole vedere un rovesciamento di valori
nel Paese, in cui si mira alla conquista della ricchezza senza compiere alcuno sforzo.
Il difficile contesto sociale del Paese
In effetti, la Repubblica Dominicana sta vivendo un
contesto sociale difficile, segnato dalla crisi della famiglia e dei valori, tanto
che numerosi temi hanno destato e destano tuttora la preoccupazione dei vescovi. Tra
questi, la depenalizzazione dell’aborto, approvata nel dicembre 2014 dopo lunghi anni
di dibattiti; la povertà che colpisce più del 40% della popolazione, mentre l’assistenza
sociale e sanitaria è carente e prolifera il lavoro nero, la diffusione del narcotraffico,
ma anche di stili di vita consumistici, che incoraggiano il gioco d’azzardo e la ricerca
del denaro facile, la corruzione diffusa nella sfera pubblica e privata che genera
disuguaglianze sociali. In ultimo, ma non meno importante, c’è il problema dell’immigrazione
massiccia di cittadini haitiani, con le tensioni sociali che ne derivano e le sue
inevitabili strumentalizzazioni politiche. (I.P.)
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