2016-02-07 11:31:00

Chiuso confine tra Turchia e Siria, bloccati 30 mila profughi


Resta chiuso il confine tra Turchia e Siria dove da venerdì scorso sarebbero ammassati circa 30 mila profughi siriani, nonostante le pressioni su Ankara esercitate dall’Unione Europea, che invoca la Convenzione di Ginevra. A proposito di Ginevra, i colloqui di pace sulla Siria rimangono sospesi fino al prossimo 25 febbraio, mentre il governo di Assad avverte: l’intervento di truppe straniere sarà considerato aggressione. Il Papa all'Angelus - lo ricordiamo - ha pregato per una soluzione politica della crisi. Il servizio di Roberta Barbi:

Sarebbero 30-35 mila secondo il governatore della provincia turca di Kilis, 15 mila secondo le Nazioni Unite gli sfollati sul lato siriano della frontiera di Oncupinar che da tre giorni aspettano di entrare in Turchia. Si tratta soprattutto di donne e bambini provenienti dalla martoriata città siriana di Aleppo. L’Unione Europea da Amsterdam, dove si è svolto il Consiglio informale dei ministri degli Esteri, ha richiamato la Turchia affinché riapra i confini, invocando anche i principi della Convenzione di Ginevra sui rifugiati, ricevendo come risposta dal presidente Erdogan che “la Turchia è sotto minaccia”. Tuttavia, ribadendo il proprio impegno per una politica di frontiera aperta, “se non hanno altra scelta, se sarà necessario, faremo entrare i nostri fratelli”, ha detto, senza però specificare altro. Intanto a Damasco il ministro degli Esteri siriano Muallem ha detto che ogni intervento di truppe straniere sarà considerato un’aggressione, riferendosi alle dichiarazioni di Turchia e Arabia Saudita che si erano dette pronte a mandare soldati in caso di via libera delle operazioni della coalizione internazionale a guida statunitense. Stessa posizione per l’Iran, il principale alleato siriano nell’area, che mette in guardia dalla possibilità di scatenare una “guerra regionale”.








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