2016-02-07 14:03:00

L'Onu condanna la Nord Corea dopo il lancio di un missile


Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, riunito in via straordinaria, ha condannato la Corea del Nord che ha lanciato stamani dalla base di Dongchang-ri un razzo che dovrebbe mettere in orbita un satellite, anticipando di fatto un’operazione già annunciata. Via aperta a nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang. Unanime anche la condanna internazionale, espressa per tutti dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban-ki-moon, che richiama il Paese a “porre fine immediatamente alle azioni provocatorie”, dopo l’ultimo test nucleare condotto un mese fa. Quali scenari si profilano all’orizzonte? Roberta Barbi lo ha chiesto a Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo:

R. – Prosegue l’azione provocatoria del governo della Corea del Nord. Sono azioni che certamente non aumentano la sicurezza nell’area. Abbiamo visto che il Giappone, negli ultimi anni, sempre più si sta muovendo in una prospettiva di modificare la propria Costituzione, proprio alla luce delle minacce esistenti. Il rapporto con la Corea del Sud rimane estremamente difficile, ma anche il rapporto con due Paesi tradizionalmente vicini, come la Russia e ancor di più la Cina, è andato peggiorando. Quello che preoccupa sono i progressi che tecnologicamente, piano piano, la Corea del Nord sta facendo.

D. – Non si è neppure sicuri di cosa la Corea del Nord abbia davvero lanciato: i comunicati ufficiali parlano di un razzo per mettere in orbita un satellite; l’intelligence occidentale crede sia un missile a lungo raggio. Anche sull’esito delle operazioni c’è incertezza: Pyongyang dice che sono perfettamente riuscite, secondo Seul invece si sarebbe trattato di un fallimento, perché il razzo sarebbe già esploso…

R. – E’ questo il gioco di cui parlavamo all’inizio: far vedere i muscoli, soprattutto. Solamente nei prossimi giorni, attraverso analisi ad opera dei centri specializzati, sapremo se effettivamente Pyongyang ha messo in orbita un satellite: perché hanno sistemi adeguati per individuare i satelliti che sono in orbita. Per cui se questo satellite Kwangmyongsong-4, che sembra sia un satellite per le osservazioni terrestri, è stato effettivamente messo in orbita, sarà facilmente individuabile. Se non ce n’è traccia, evidentemente è un razzo o qualcos’altro allora. Potrebbe essere effettivamente un test di un missile a lunga gittata con tutto quello che vuol dire, perché è un test che è passato anche su territori stranieri, come appunto la Corea del Sud: allora si tratterebbe di una violazione di norme delle Nazioni Unite.

D. – Il Congresso americano è pronto a varare nuove sanzioni contro Pyongyang, ma queste sarebbero destinate a colpire chiunque facesse affari con la Corea del Nord, con evidente disappunto della Cina che, peraltro, oggi si è unita al coro unanime di condanna per il lancio del razzo. Sono applicabili, secondo lei?

R. – Certamente le sanzioni hanno effetto nel tempo: non hanno un effetto immediato, lo hanno, però, se tutti le applicano. Se gli Stati Uniti le applicano, insieme al Giappone e ad altri Paesi occidentali, ma non le applicano Paesi importantissimi – strategicamente, economicamente, politicamente – come la Cina, ad esempio, possiamo ben comprendere come quantomeno rimangano insufficienti.

D. – La Corea del Nord ha affermato che continuerà a lanciare satelliti; inoltre, l’intelligence di Seoul rivela che sarebbe anche pronta per il quinto test nucleare. Cosa significa questo per la sicurezza dell’area, ma anche per la pace mondiale?

R. – Per l’area, è un ulteriore elemento di destabilizzazione: il potenziamento di un arsenale nucleare crescente da parte della Corea del Nord è un ulteriore vulnus per il regime internazionale del Trattato di non-proliferazione, che ad oggi vede al suo interno Paesi che sono membri del Consiglio di Sicurezza con diritto di veto, i cinque membri permanenti: Stati Uniti, Russia, Inghilterra, Francia e Cina; ma ci sono anche altri Paesi che sono al di fuori di questo regime, che sono India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Quindi è un ulteriore indebolimento di un regime che invece dovrebbe essere rafforzato. Per l’area specifica è un elemento fortemente destabilizzante perché tutta l’area asiatica, in questi anni, sta vivendo delle trasformazioni significative. E sappiamo che ci sono anche grandi problemi non solamente per la politica che sta facendo la Corea del Nord: in tutta l’area abbiamo situazioni di forti contestazioni sul controllo di alcune isole nel Mar Cinese in un contenzioso tra Giappone, Vietnam, Filippine, Cina. E’ già una situazione molto calda. Ma certamente una escalation di tipo nucleare - quantomeno nel possesso degli armamenti, ci auguriamo che non ci siano utilizzi di armi nucleari – non fa altro che aggravare le tensioni preesistenti. La tensione va certamente aumentando.








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