2016-02-07 11:40:00

Dopo il sisma all'Aquila, riapre la Catacomba di San Vittorino


Riapre al pubblico la Catacomba di San Vittorino, in Abruzzo. A sette anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila, e dopo un anno di restauro, il cimitero, situato nel sottosuolo della chiesa di San Michele Arcangelo, torna accessibile. Stamattina alle 11 la prima Messa, celebrata da mons. Giovanni Carrù, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Natalia La Terza ha chiesto a don Claudio Tracanna, vicario della forania Amiternina e direttore dell'ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, quali elementi caratterizzino la riapertura della Catacomba:

R. – La Messa di riapertura delle Catacombe è stata innanzitutto un atto di venerazione a San Vittorino, vvescovo della diocesi di Amiternum, martirizzato nel territorio tra L’Aquila e Rieti, presso l’attuale Terme di Cotilia. E per noi tutti è una grande gioia, perché lì ci sono le origini: una delle diocesi di origine dell’attuale diocesi dell’Aquila.

D. – Dopo la riapertura delle Catacombe, a quali iniziative vi dedicherete quest’anno?

R. – Questo è un primo atto. Dobbiamo ritornare alla fede più genuina e più autentica, quella più evangelica. Mi sembra che questo sia il messaggio che Papa Francesco manda quotidianamente a tutta la Chiesa, a tutto il mondo. Una fede che sappia sempre più di Vangelo, che sia sempre più fedele al Vangelo. E noi a L’Aquila, con la riapertura delle Catacombe, vogliamo ritornare alle origini per vivere bene il presente, il presente dell’Anno Giubilare. Per noi, il Giubileo vuol dire anche impegnarci nel ricostruire le relazioni. E questo anche è il messaggio che il nostro vescovo ha inviato a tutta la Chiesa: ricostruire le relazioni, liberarle da tutti i massi, del rancore, della cattiveria, dell’odio, che possono interporsi tra le persone; così da cercare di contribuire a creare una comunità più pacifica, dove le relazioni sappiano più di amicizia, di fraternità, all’insegna della pace.

D. – Cosa ci direbbe San Vittorino oggi?

R. – Il messaggio più bello che questo Santo ci lascia - e quindi la riapertura delle Catacombe dove lui è sepolto ci dice - è che dobbiamo vivere la nostra fede in modo autentico, liberandola da tutti quei fronzoli che servono a poco; e ritornare al cuore, al messaggio più profondo dell’insegnamento di Gesù. Fino a dare la vita: oggi dare la vita vuol dire tante cose. San Vittorino ha fatto questo: quando è stato, così racconta la tradizione, annegato nelle acque sulfuree di Cotilia, pur di non rinnegare Gesù Cristo. Ci dice che anche noi oggi dobbiamo fare questo. Forse non saremo chiamati a dare la vita in modo cruento, però siamo chiamati a darla e a spenderci senza riserve con tutti noi stessi, per il Vangelo. Questo è il messaggio di San Vittorino per gli aquilani, ma anche per tutta la Chiesa.








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