2016-02-08 12:00:00

Onu: sanzioni alla Nord Corea dopo il lancio di un missile


Severe contromisure nei confronti della Corea del Nord. Dopo il lancio di un missile balistico si è riunito ieri in seduta straordinaria il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Netta la condanna per l’atteggiamento di Pyongyang e via libera a possibili nuove sanzioni. Intanto, stamani nuova provocazione: una nave nordcoreana ha superato nel Mar Giallo il confine con il Sud della penisola. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Luciano Bozzo, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Firenze:

R. – Ormai sono almeno un paio di decenni che la Corea del Nord usa atteggiamenti simili a quelli messi in atto in queste ultime ore a fini essenzialmente di pressione politica, quindi creando delle minacce più o meno credibili con lo scopo di ottenere dei vantaggi al tavolo negoziale. Perciò gli esperimenti nucleari, il lancio di missili, devono essere visti nell’ottica di un regime isolato, anche dai suoi stessi alleati, che utilizza l’arma del ricatto, per ottenere dei vantaggi di varia natura.

D. - Un atteggiamento che, a detta di molti osservatori, nasconde una profonda crisi economica e anche sociale …

R. - Certamente. Questo tipo di atteggiamenti è sempre il segnale non di forza, ma di una situazione effettiva di sostanziale debolezza. La Corea del Nord è un Paese che in passato ha avuto persino problemi a sostentare la propria popolazione, problemi di carestia, e cerca con una politica di potenza di vecchio stampo di nascondere quelle che sono delle difficoltà economiche e probabilmente anche di natura politica interna.

D. - Il comportamento di Pyongyang rischia di mettere in crisi il processo di riavvicinamento con il Sud?

R. – Sì, ma la Corea del Nord viene rappresentata da tutti come un grave problema internazionale, come un fattore di destabilizzazione dell’area estremo orientale, però, d’altro canto, se guardiamo la realtà dei fatti, dobbiamo anche riconoscere che la situazione di divisione della penisola coreana in due Stati fa comodo a tutti, perché una destabilizzazione della Corea del Nord, così come una prospettiva di riunificazione del Paese, in realtà poi creerebbe grosse difficoltà nella prospettiva cinese, perché Pechino si troverebbe presumibilmente alle frontiere uno Stato sviluppato economicamente e sicuramente non conforme a quelli che sono i dettami ideologici vigenti in Cina; metterebbe in difficoltà anche la Corea del Sud, che, come avvenne per la Repubblica federale tedesca, dovrebbe farsi carico di una situazione economica grave della riunificazione del Paese, che, di conseguenza, destabilizzerebbe paradossalmente l’area.








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