Preghiera e collaborazione con i musulmani: questi gli auspici di mons. Augustine Shao, vescovo di Zanzibar, che è parte della Repubblica di Tanzania, in vista delle elezioni del 20 marzo, con le quali i cittadini dovranno scegliere le autorità locali ed i rappresentanti al parlamento nazionale. Al momento la situazione “resta pacifica”, sottolinea il presule citato dall’agenzia Sir, ma non mancano le incertezze: il voto precedente, infatti, risalente al 25 ottobre, era stato annullato dopo le proteste dell’opposizione.
Cercare soluzione consensuale
“Incontri e riunioni tra gli esponenti politici sono
in corso, ma non sappiamo ancora se porteranno a qualche risultato”, testimonia il
vescovo di Zanzibar, che aggiunge: “Abbiamo sempre lavorato insieme ai nostri fratelli
musulmani e quando le prime elezioni sono state annullate anche noi abbiamo fatto
la nostra parte, chiedendo a governo e opposizione di mantenere la calma e di arrivare
a una soluzione consensuale”. “Si era sull’orlo di uno scontro – ricorda ancora il
presule - quando abbiamo incontrato le autorità e lanciato il nostro appello congiunto
di cristiani e musulmani, e finora la pace ha retto”. Ora, la nuova scadenza elettorale
segna un momento delicato: “Se i due partiti in lizza, il Chama cha Mapinduzi ed il
Civic United Front, si riconcilieranno – spiega mons. Shao - non è detto che ci sia
una pace piena; per questo preghiamo che si arrivi ad un accordo che permetta di continuare
con il governo di unità nazionale che è già in carica da cinque anni”.
Il difficile contesto religioso del Paese
Da ricordare che negli ultimi anni lo Zanzibar - in
netta maggioranza musulmano e da sempre caratterizzato da sentimenti indipendentisti
- è stato teatro di attentati e di episodi violenti che hanno coinvolto anche la Chiesa
cattolica, presa di mira da movimenti islamisti che vorrebbero islamizzare tutta la
Tanzania. La grande maggioranza dei musulmani tanzaniani non condivide queste posizioni
estremiste, ma la presenza e l’azione di questi gruppi preoccupa la Chiesa, impegnata
a mantenere buoni rapporti di collaborazione con le autorità religiose musulmane per
contrastare il propagarsi del fondamentalismo islamico nel Paese. (I.P.)
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