2016-02-11 14:00:00

Vescovi del Perù sulle elezioni: escludere candidati corrotti


Un sistema politico in preda alla corruzione e una società minata dallo scetticismo è il triste panorama che apre la riflessione del vescovi del Perù nel messaggio in occasione delle elezione generali del prossimo 10 aprile. Il consolidamento della continuità elettorale, inedita nella storia del Paese, viene “oscurata”- affermano i vescovi- da un “sistema politico affetto da elevati indici di corruzione” e da una società civile che “non ha sviluppato meccanismi di supervisione e di vigilanza per esigere dai rappresentanti l’adempimento delle loro promesse elettorali”. La mancanza di proposte di governo concrete insieme ai numerosi candidati controversi o con processi giudiziari in corso, sono per i vescovi peruviani il segno di una “crisi di rappresentanza politica” che causa sfiducia nella cittadinanza.

Un dibattito politico che vada oltre le promesse populiste
I vescovi peruviani riconoscono che gran parte dei cittadini ha preso coscienza che per raggiungere uno sviluppo sostenibile non basta costruire infrastrutture, né sostenere la crescita economica su fattori esterni, ma chiedersi quale modello di società desiderano i peruviani. Una società - si legge nel documento - “dove uomini e donne, giovani e bambini possano vivere in pace, con pari opportunità, sicuri e rispettati nella loro dignità e senza discriminazioni, dove la povertà e la disuguaglianza educativa che frenano lo sviluppo, siano sconfitte”. Il messaggio avverte che per approfondire questi importanti argomenti, il dibattito politico deve andare oltre le promesse populiste, vuote di contenuto e difficilmente realizzabili che hanno caratterizzato la contesa elettorale.

Il bene comune alla base del cambiamento
Il messaggio ricorda le parole di Papa Francesco nell'enciclica Laudato si’ quando afferma che di fronte alla crisi sociale ed etica che attraversa l’intera umanità, “le cose possono cambiare” se orientate al bene comune. In questa prospettiva i vescovi affermano che per raggiungere una società fondata sul bene comune lo scenario politico deve porsi queste domande: “Come assicurare una maggiore istituzionalizzazione della vita sociale? Come combattere la corruzione? Come promuovere un comportamento etico? Come affrontare gli alti livelli di insicurezza e di violenza che gravano sulla vita del cittadino? Come superare una crescita economica basata sull’estrazione e sull’esportazione delle materie prime? Come favorire  la diversificazione della produzione? Come raggiungere una maggiore giustizia ed equità nella società? Come avere una rappresentanza politica che avvicini lo Stato al cittadino?” Dunque, i vescovi esortano i candidati “a diventare degni della funzione alla quale aspirano con le loro risposte e le loro proposte”.

Una scelta etica per riabilitare la democrazia e la politica
​Agli elettori, i vescovi chiedono di scegliere i rappresentanti istituzionali sulla base di alcuni criteri etici come: ottenere informazioni attendibili sul percorso personale e politico dei candidati, esigere un piano di governo fattibile, scartare i candidati corrotti e opportunisti, esaminare le promesse elettorali e le fonti di finanziamento, verificare l’impegno dei candidati nella difesa integrale della vita e la cura del Creato. In particolare,  i vescovi chiamano i cristiani a partecipare all’attività politica nella prospettiva dei propri valori evangelici e del bene comune. “Noi pastori del Perù - conclude il messaggio - ci uniamo alla costruzione di un Paese più giusto ed equo nel quale vivere insieme con dignità e pace”. (A cura di Alina Tufani)








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