2016-02-12 08:47:00

Bagnasco: sulle unioni civili si rispetti libertà di coscienza


Riprenderà martedì prossimo con le prime votazioni in Senato l’esame del ddl Cirinnà sulle unioni civili.  Ieri seduta tesa in aula per i tempi decisi dalla Presidenza. Intanto sulla necessità del voto segreto si è espresso il Presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine della Messa per la Giornata del Malato. Servizio di Giampiero Guadagni:

Si accende in Senato lo scontro sul ddl Cirinnà. Le opposizioni di centrodestra sono insorte ieri sulla proposta di procedere all'illustrazione degli emendamenti non articolo per articolo ma tutti insieme su tutto il provvedimento. Alla fine la maggioranza ha accolto la richiesta di iniziare dall’articolo 1. E mentre il Movimento 5 Stelle fa sapere che voterà sì al testo anche se verrà stralciata la stepchild adoption, i cattolici del Pd si dicono pronti allo strappo sul provvedimento. Il capogruppo dem Zanda avverte: non permetteremo l’ostruzionismo. Il clima di tensione si riflette anche nella reazione del sottosegretario ai rapporti col Parlamento Pizzetti e della vicepresidente del Senato Fedeli alle parole del cardinale Bagnasco che come presidente della Conferenza episcopale italiana si è augurato che “il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi ed essere considerate le loro obiezioni e che la libertà di coscienza di ciascuno su temi così delicati e fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non soltanto rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto”.  

Intanto in Consulta il ricorso di 51 senatori sull’iter del ddl. Secondo Paolo Savarese, docente di Filosofia del Diritto alla Università degli Studi di Teramo, il dibattito politico è lontano dal sentire dei cittadini. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Il cittadino è in difficoltà, non si rende conto di quello che sta accadendo, di quelli che sono i giochi di potere che si ripercuotono su questa materia perché qui ci stiamo giocando i pilastri della nostra convivenza civile.

D. - Al Senato, nella giornata odierna, l’illustrazione dei tantissimi emendamenti al testo. Intanto in Consulta il ricorso di 51 senatori per conflitto di attribuzione relativo all’iter del ddl …

R. - Secondo me è non solo del tutto legittimo, ma deve andare in una sede di rango costituzionale.

D. - La tematica delle unioni civili è presentata da chi promuove questo ddl come una questione di civiltà, un’estensione dei diritti...

R. - Un vero dibattito e quindi anche un vero conflitto di opinioni, di interpretazioni su questa cosa oggi è precluso, perché appena si dice qualcosa che non è nella linea del pensiero dominante si scatenano le accuse di omofobia e  gli insulti. Quindi il dibattito vero è inibito. Se ci fosse questa libertà, questo sarebbe il primo punto da difendere, allora si potrebbero mettere sul piatto le questioni. In primo luogo, secondo me, non è affatto una questione di diritti ma - come accennavo - di pilastri dell’ordinamento, cioè: vogliamo continuare a vivere come società italiana ordinata anche giuridicamente o semplicemente correre dietro a ideologie?

D. – Lei diceva che in questo momento il dibattito non c’è. Invece sembra piuttosto acceso per quanto riguarda il tema della cosiddetta stepchild adoption, l’adozione del figliastro. Su questo sembra essere effettivamente vivacità nell’aula …

R. - È un aspetto estremamente secondario rispetto all’intera questione. Concentrare tutto il problema e anche le urla, l’apparente lite semplicemente su questo spicchio significa falsare tutto il dibattito, tutta la questione.

D. - Perché? Qual è la questione secondo lei?

R. - La questione è se l’Italia è una società fondata sul matrimonio - matrimonio tra uomo ed una donna - oppure se è fondato su una confluenza di diritti - anzi rivendicazioni che non sono diritti - dell’individuo. Quale modello di convivenza civile seguiamo?

D. - La questione del voto segreto, su cui tanto si sta dibattendo in special modo all’interno del partito democratico su quelli che sono poi i temi più sensibili del ddl Cirinnà, che peso ha?

R. - Il voto segreto è importante perché protegge, tutela la piena libertà di coscienza di chi vota. È chiaro che può essere anche una foglia di fico, perché poi sappiamo bene che i modi di influenzare e  controllare i voti, a prescindere dall’evidenza del voto palese o della segretezza, ci sono. Lei sa bene che su queste materie c’è un’aggressione alla libertà di coscienza inimmaginabile nel pensiero liberale, non nella dottrina sociale cattolica.

D. - Ieri il premier Renzi è sembrato orientato ad una mediazione. Che ruolo avrà?

R. - Questi non sono problemi di cui si dovrebbe occupare il governo perché in una repubblica parlamentare sono di squisita spettanza del Parlamento che è sovrano.

D. - Il Parlamento che è rappresentativo del sentire dei cittadini, di chi appunto lo ha eletto. C’è vicinanza in questo momento tra i contenuti di ciò che si dibatte in aula e il sentire degli elettori, dei cittadini?

R. - Secondo me c’è uno scollamento totale dovuto alla storia degli ultimi decenni, alla crescita del sentimento anti-politico - in parte giustificato, ma molto strumentalizzato - e quindi all’impossibilità di fare veramente politica, perché ciò che manca oggi è la politica, politica in cui si parli dei problemi veri del Paese e della gente.

 








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