2016-02-12 19:26:00

Da Bagnasco appello morale a libertà coscienza, non ingerenza


“Con le sue parole, il cardinale Bagnasco non intendeva entrare in un discorso tecnico, in alcun modo, questo appartiene alla sovranità delle Camere", il suo, "è stato un appello morale per la libertà di coscienza tenendo conto di quello che c'è in ballo” con il disegno di legge sulle unioni civili. Così il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, interpellato dall'agenzia Ansa, ha precisato il senso autentico dell’intervento di giovedì del presidente dei vescovi italiani.

"È chiaro che in un clima come questo basta poco a far parlare di scontro”, ha aggiunto Maffeis in riferimento alle polemiche: “Non era intenzione né di Bagnasco, né in generale della Chiesa italiani entrare in argomenti di carattere tecnico. L'orizzonte era un altro: di fronte alla posta in gioco di temi sensibili che toccano la vita di tutti, sottolineare la libertà di coscienza, ma a noi non compete dire come nel merito". Sulla linea della “non ingerenza” anche il “no comment” opposto ieri dal segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, alle domande dei giornalisti in tema di unioni civili: "Vale quello che ho detto l'altro giorno, per rispetto del Parlamento e delle istituzioni, preferisco non parlare".

In precedenza, il premier Matteo Renzi aveva detto: il voto segreto "lo decide il Parlamento, e lo dico con stima per il cardinal Bagnasco, e non la Cei". L'approvazione della legge per Renzi è un passaggio decisivo, una svolta necessaria. Ma ha ribadito di essere "molto contrario all'utero in affitto". Quanto al nodo della stepchild, "in realtà esiste già in forme stabilite in via giudiziaria, è un punto delicato e aperto ma mi pare fondamentale che in queste ultime ore prima del voto si rispettino le opinioni altrui, si faccia una discussione seria e poi il Parlamento decida".








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