2016-02-13 14:05:00

Congo Brazzaville: appello di pace dei vescovi


È un messaggio di “pace, gioia e speranza” quello diffuso dalla Conferenza episcopale del Congo (Cec) al termine della sua 44.ma Assemblea plenaria, svoltasi dall'1 al 7 febbraio a Brazzaville. Incentrato sul tema della misericordia, in concomitanza del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco, il documento episcopale esorta il Paese ad esercitare “il perdono, la compassione, il servizio e l’accoglienza reciproca” per il bene di tutti.

Vero sviluppo attraverso pace e giustizia. No a corruzione e impunità
In primo luogo, quindi, i vescovi invitano i fedeli a “intraprendere iniziative per la pace e la giustizia in Congo, sempre più colpito da povertà, miseria, pessimismo, ingiustizia, antivalori come l’impunità, la corruzione, l’inciviltà, la frode, la concussione, la prostituzione”. “Il Congo ha bisogno di pace – sottolinea la Cec – e tocca a noi costruirla, evitando ogni atto di violenza e di conflitto che conduca alla guerra, nemica del progresso e dell’uomo”. E ancora, i vescovi ricordando che “lo sviluppo del Congo passa attraverso la cultura della pace e della giustizia, senza le quali non si può fare nulla”

Praticare la misericordia attraverso condivisione e solidarietà
Poi, il documento si sofferma sul legame tra amore e misericordia, sottolineando l’importanza “della comunione, della condivisione, dello scambio e della solidarietà”. Per questo, i presuli esortano i fedeli a mettere in pratica le opere di misericordia corporali e spirituali, soprattutto “nella società attuale, marcata dalla globalizzazione dell’indifferenza, dall’odio e dalla violenza”. Tutti fattori contrari alla misericordia che invece “va al di là delle differenze, delle etnie, degli schieramenti politici, delle religioni”. Di qui, l’ulteriore richiamo dei presuli al perdono reciproco, da praticare attraverso il sacramento della riconciliazione che “libera, dona la gioia, fa rinascere la speranza”.

Necessario tutelare la famiglia e salvaguardare il Creato
La Chiesa del Congo, quindi, guarda alla misericordia nella famiglia, ricordando che è all’interno di tale “cellula basilare della società e della Chiesa” che si apprendono “il dialogo, il perdono, la riconciliazione, l’amore, la pazienza verso l’altro” ed è in essa che la vita dell’uomo trova “punti di riferimento”. Altrettanto impegno viene richiesto per l’attuazione della misericordia in ambito ecologico: “L’uomo distrugge il Creato invece di costruirlo, disobbedendo così alla volontà divina”, notano i presuli, lanciando l’allarme: “Il pianeta è in pericolo; è tempo di fermarsi per proteggere la terra, bene prezioso donato da Dio”. Di qui, il richiamo ad “una conversione ecologica e ad un’ecologia umana”, la stessa invocata da Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune”.

La misericordia è la sola risposta che disarma il peccato
Il documento, poi, lancia una serie di appelli: agli “operatori apostolici” affinché “compiano gesti che rivelano la misericordia di Dio”, perché “il mondo ha bisogno di testimoni che vivano e insegnino il perdono, la riconciliazione e l’unità”, stando particolarmente attenti ai malati ed ai sofferenti, sull’esempio del Buon Samaritano; ai fedeli laici affinché “vivano la carità fraterna”, mettendo in pratica le opere di misericordia; ai bambini ed ai giovani, “presente e futuro del Paese”, perché “fuggano la violenza, l’odio e la divisione”, sapendo che “la misericordia è la sola risposta che disarma il peccato”. In quest’ottica, i presuli condannano “energicamente i fenomeni di vandalismo e le reti mafiose che destabilizzano la pace sociale”.

Appello ai politici per elezioni giuste e trasparenti
Anche i politici vengono chiamati in causa: a loro, la Cec ricorda che “la misericordia è un atto politico per eccellenza” e che nella gestione della res publica non si deve guardare agli interessi personali, bensì al bene comune, opponendosi “all’oppressione, all’ingiustizia ed allo spirito di dominio”. “Siate artigiani della pace, della riconciliazione, della giustizia e della verità”, chiede ancora la Chiesa del Congo alle autorità politiche, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali programmate per quest’anno. Si tratta di votazioni molto attese dopo che, lo scorso ottobre, un referendum molto contestato dall’opposizione  ha portato all’adozione di un progetto per una nuova Costituzione che permetterà al Presidente Denis Sassu Nguesso di ricandidarsi per la terza volta. Per questo, i vescovi chiedono “elezioni giuste e trasparenti”, con la garanzia che “nessun diritto venga leso”.

Mass-media siano al servizio della verità e favoriscano inclusione sociale
Quanto al futuro Capo di Stato, la Chiesa chiede l’impegno a lavorare per l’unità nazionale e per la giustizia, senza dimenticare le categorie sociali più vulnerabili, come quella dei detenuti in attesa di giudizio. Un ulteriore appello viene lanciato alle forze di sicurezza pubbliche, affinché prestino servizio “come un sacerdozio, ovvero per il bene di tutti”, rispettando “l’uomo nella sua dignità, al fine di rispettare la democrazia”. “La popolazione conta su di voi – ribadiscono i presuli – aiutatela a vincere la paura, compiendo il vostro dovere con responsabilità”. Ai mass-media, invece, la Chiesa ricorda “la missione di essere al servizio della verità”, per “accrescere la comunione tra i congolesi”, “costruire ponti, favorire l’incontro e l’inclusione”.

Essere “misericordiosi come il Padre”
L’ultima, ma non meno importante, categoria sociale chiamata in causa dai vescovi è quella degli “uomini e donne di buona volontà” che vengono esortati a “servire il bene con slancio e zelo, contribuendo così alla normalizzazione dei rapporti tra le persone e l’insieme di realtà che compongono la casa comune”. Infine, sulla scia del motto scelto dal Papa per il Giubileo, ovvero “Misericordiosi come il Padre”, la Cec esorta tutti a “riscoprire l’amore di Dio che perdona e ridona la vita, riconciliandosi gli uni con gli altri, soprattutto con coloro che ci hanno fatto del male, donando ad essi il nostro perdono”. (A cura di Isabella Piro)








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