“Io ti ho posto davanti la vita e la morte”. E’ significativamente tratto da questo passaggio del Deuteronomio, prima lettura del giovedì dopo le Ceneri, il titolo del messaggio di Quaresima della Conferenza episcopale canadese (Cecc). Il documento, firmato dal presidente della Cecc, mons. Douglas Crosby, è infatti dedicato al tema del suicidio assistito, sul quale i vescovi canadesi sono intervenuti a più riprese in questi mesi, dopo la sentenza della Corte Suprema che il 6 febbraio 2015 ha dichiarato incostituzionale la legge che lo vieta, dando un anno di tempo al Parlamento di Ottawa per approvare una nuova normativa.
La sentenza della Corte Suprema del Canada un invito a scegliere la morte
Una sentenza che di fatto “invita i canadesi a scegliere la morte”, rimarca il messaggio
dei vescovi che invita i fedeli “ad interrogarsi seriamente nel tempo di Quaresima
su questa fase decisiva e cruciale per il Paese”. “Come dice San Paolo – si legge
- nessuno vive per sé e nessuno muore per sé” e la missione dei cristiani “è di difendere
e proteggere la vita dal concepimento alla morte naturale”. Il testo richiama quindi
le parole di Papa Francesco nel XXIV Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato
celebrata l’11 febbraio , che ci ricordano come nelle situazioni di sofferenza “la
fede in Dio è, da una parte, messa alla prova, ma nello stesso tempo rivela tutta
la sua potenzialità positiva, perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il
senso più profondo di ciò che stiamo vivendo”.
Scegliere le cure palliative e non l’eutanasia
Alla luce di ciò, affermano i vescovi canadesi, i cristiani in Canada hanno davanti
a sé una scelta semplice: “preferire le cure palliative, o l’aiuto al suicidio e l’eutanasia”
e quindi l’abbandono delle persone vulnerabili, anziane, disabili, morenti e depresse
al loro destino. Di qui l’esortazione ad invocare lo Spirito Santo “per convincere
i cuori e le coscienze” dei rappresentanti politici e degli operatori sanitari, “perché
le vite di tutte le persone vulnerabili siano protette dal concepimento fino alla
morte naturale”. Il messaggio esorta poi i fedeli ad informarsi sull’impatto “nefasto”
che avrebbe sulla società canadese la legalizzazione del suicidio assistito, a condividere
con le proprie famiglie, amici e comunità le informazioni della Campagna della Chiesa
canadese per le cure palliative e a sottoscrivere la recente Dichiarazione ecumenica
contro l’eutanasia e il suicidio assistito.
Essere testimoni e collaboratori della misericordia salvifica di Dio
“Vivere nella pienezza – sottolinea ancora il testo - è scegliere di mostrarsi misericordiosi
e attenti ai bisogni degli altri; pregare e prendersi cura dei malati, delle persone
sofferenti e morenti; accompagnare e confortare ogni nostro fratello e sorella finché
la morte non ci separi. Scegliendo di essere testimoni e collaboratori della misericordia
salvifica di Dio – conclude il messaggio - scegliamo, come chiede Papa Francesco,
di lasciarci rigenerare per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e
di uscire dalla falsa neutralità che impedisce la condivisione”. (A cura di
Lisa Zengarini)
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