Il dramma dell’aborto, l’aggravarsi della povertà e l’accoglienza dei rifugiati: questi i tre temi portanti della nota che mons. John Buckley, vescovo di Cork e Ross, in Irlanda, ha diffuso in vista delle elezioni legislative, in programma nel Paese il prossimo 26 febbraio. “Le prossime votazioni rappresentano un momento importante nella storia irlandese – scrive il presule – Abbiamo la responsabilità di utilizzare saggiamente il nostro voto” perché i politici eletti “forniscono un servizio vitale per la comunità”. Quindi, mons. Buckley si sofferma sulle criticità attuali della società irlandese, a causa delle quali hanno sofferto soprattutto “le persone vulnerabili”.
Ridurre le imposte, risolvere emergenza abitativa e disoccupazione
Di qui, l’auspicio che il nuovo governo attui “una
riduzione delle imposte o un aumento dei finanziamenti per i servi primari, come la
sanità e la sicurezza”. Un altro grave problema riguarda l’emergenza abitativa, che
il vescovo di Cork definisce “uno scandalo”, soprattutto quando colpisce i bambini:
“In questo momento, abbiamo più senzatetto che in qualsiasi altra fase della storia
moderna – afferma il presule – Non vi è alcuna giustificazione morale per la mancanza
di alloggi, servono investimenti”. Non solo: il presule sottolinea come i nuovi poveri
di oggi siano coloro che in passato facevano beneficenza, mentre la disoccupazione
porta sempre più persone ad abbandonare il Paese. Negli ultimi sei anni, ad esempio,
oltre 200mila irlandesi sono migrati altrove.
Affrontare con urgenza la questione dei rifugiati
Un’altra pagina amara della realtà nazionale è rappresentata
dalla crisi del sistema sanitario, sempre più sovraffollato, sotto organico, in cui
pazienti e malati cronici sono costretti a lunghe attese. “Questo nega la dignità
della persona umana”, denuncia mons. Buckley che poi rivolge il pensiero all’emergenza
dei rifugiati, ricordando che molti di essi hanno sperimentato “grandi privazioni,
violenze, sofferenze”, ma invitandoli – al contempo – a “rispettare i valori, le legge
e le tradizioni dei Paesi ospitanti”. Un appello viene rivolto anche all’Europa affinché
affronti la questione “con urgenza”, ma nel rispetto delle procedure.
Tutelare la vita fin dal concepimento. No all’aborto
Di qui, lo sguardo del presule si allarga alla difesa
della dignità umana in ogni campo, incluso quello relativo alla vita nascente. “È
probabile – scrive mons. Buckley- che ci saranno pressioni per abrogare l’ottavo
emendamento della Costituzione” che, in Irlanda, proibisce l’aborto. I promotori dell’abrogazione,
spiega il presule, faranno riferimento ad “anomalie fetali fatali”. Ma in realtà “la
parola ‘fatale’ è fuorviante, perché non vi alcuna prova scientifica che permetta
di prevedere, con certezza, la durata della vita di un bambino prima della sua nascita”.
Guardare al bene comune del Paese
Di qui, il richiamo alla tutela della “dignità di
ogni individuo, compreso il bambino nel grembo materno” e la condanna di espressioni
come “incompatibile con la vita” le quali, per giustificare l’aborto, implicano che
“la vita di un bambino è inutile”. “Il 26 febbraio – conclude il presule – ci troveremo
di fronte alla possibilità di modellare il tipo di società che vogliamo”. Per questo,
gli irlandesi sono esortati a considerare “non solo le proprie esigenze, ma il bene
comune” di tutta la società. (I.P.)
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