2016-02-14 09:35:00

Irlanda, nota dei vescovi in vista delle elezioni del 26 febbraio


Il dramma dell’aborto, l’aggravarsi della povertà e l’accoglienza dei rifugiati: questi i tre temi portanti della nota che mons. John Buckley, vescovo di Cork e Ross, in Irlanda, ha diffuso in vista delle elezioni legislative, in programma nel Paese il prossimo 26 febbraio. “Le prossime votazioni rappresentano un momento importante nella storia irlandese – scrive il presule – Abbiamo la responsabilità di utilizzare saggiamente il nostro voto” perché i politici eletti “forniscono un servizio vitale per la comunità”. Quindi, mons. Buckley si sofferma sulle criticità attuali della società irlandese, a causa delle quali hanno sofferto soprattutto “le persone vulnerabili”.

Ridurre le imposte, risolvere emergenza abitativa e disoccupazione
Di qui, l’auspicio che il nuovo governo attui “una riduzione delle imposte o un aumento dei finanziamenti per i servi primari, come la sanità e la sicurezza”. Un altro grave problema riguarda l’emergenza abitativa, che il vescovo di Cork definisce “uno scandalo”, soprattutto quando colpisce i bambini: “In questo momento, abbiamo più senzatetto che in qualsiasi altra fase della storia moderna – afferma il presule – Non vi è alcuna giustificazione morale per la mancanza di alloggi, servono investimenti”. Non solo: il presule sottolinea come i nuovi poveri di oggi siano coloro che in passato facevano beneficenza, mentre la disoccupazione porta sempre più persone ad abbandonare il Paese. Negli ultimi sei anni, ad esempio, oltre 200mila irlandesi sono migrati altrove.

Affrontare con urgenza la questione dei rifugiati
Un’altra pagina amara della realtà nazionale è rappresentata dalla crisi del sistema sanitario, sempre più sovraffollato, sotto organico, in cui pazienti e malati cronici sono costretti a lunghe attese. “Questo nega la dignità della persona umana”, denuncia mons. Buckley che poi rivolge il pensiero all’emergenza dei rifugiati, ricordando che molti di essi hanno sperimentato “grandi privazioni, violenze, sofferenze”, ma invitandoli – al contempo – a “rispettare i valori, le legge e le tradizioni dei Paesi ospitanti”. Un appello viene rivolto anche all’Europa affinché affronti la questione “con urgenza”, ma nel rispetto delle procedure.  

Tutelare la vita fin dal concepimento. No all’aborto
Di qui, lo sguardo del presule si allarga alla difesa della dignità umana in ogni campo, incluso quello relativo alla vita nascente. “È probabile – scrive mons. Buckley-  che ci saranno pressioni per abrogare l’ottavo emendamento della Costituzione” che, in Irlanda, proibisce l’aborto. I promotori dell’abrogazione, spiega il presule, faranno riferimento ad “anomalie fetali fatali”. Ma in realtà “la parola ‘fatale’ è fuorviante, perché non vi alcuna prova scientifica che permetta di prevedere, con certezza, la durata della vita di un bambino prima della sua nascita”.

Guardare al bene comune del Paese
Di qui, il richiamo alla tutela della “dignità di ogni individuo, compreso il bambino nel grembo materno” e la condanna di espressioni come “incompatibile con la vita” le quali, per giustificare l’aborto, implicano che “la vita di un bambino è inutile”. “Il 26 febbraio – conclude il presule – ci troveremo di fronte alla possibilità di modellare il tipo di società che vogliamo”. Per questo, gli irlandesi sono esortati a considerare “non solo le proprie esigenze, ma il bene comune” di tutta la società. (I.P.)








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