Vincere la rassegnazione che ci rinchiude nelle sacrestie e la rassegnazione che ci impedisce di cambiare un sistema dominato da narcotraffico, corruzione e violenza. Il Papa celebra la Messa con i sacerdoti e i religiosi a Morelia, nello Stato di Michoacán, centro geografico del Messico, contornato dall'affetto gioioso di tanti fedeli messicani. Commenta il Vangelo in cui Gesù insegna il Padre nostro ai discepoli, ricordando l’esempio di “Tata Vasco”, primo vescovo di questa terra e difensore delle popolazioni indigene, lo spagnolo che nel XVI secolo si fece indio e non si rassegnò all’esclusione sociale della sua gente. Il Papa ha usato per la Messa proprio il pastorale e il calice appartenuti a tale vescovo. Il servizio del nostro inviato Alessandro Guarasci:
E’ una terra non facile, Morelia. Il narcotraffico è purtroppo una dura realtà, con la sua guerra tra bande. Ma questa è anche una terra che ha fatto della tutela del suo patrimonio artistico una bandiera. In almeno 20mila fedeli accolgono Francesco, segno di un affetto che coinvolge tutto il popolo messicano. Davanti al clero, alle religiose e ai religiosi il Papa ricorda il valore della preghiera e chiede loro un forte impegno:
No queremos ser funcionarios de lo divino, no somos
ni queremos ser nunca ...
"Non vogliamo essere dei funzionari del divino, non
siamo né desideriamo mai essere impiegati dell’impresa di Dio, perché siamo invitati
a partecipare alla sua vita, siamo invitati a introdurci nel suo cuore, un cuore che
prega e vive dicendo: Padre nostro".
Attenzione alle tentazioni
Le tentazioni d’altronde sono molte, e allora "quale
può essere una delle tentazioni che sorge non solo dal contemplare la realtà ma nel
viverla? Che tentazione ci può venire da ambienti dominati molte volte dalla violenza,
dalla corruzione, dal traffico di droghe, dal disprezzo per la dignità della persona,
dall’indifferenza davanti alla sofferenza e alla precarietà? Che tentazione potremmo
avere noi sempre nuovamente, noi chiamati alla vita consacrata, al presbiterato, all’episcopato,
che tentazione potremmo avere di fronte a tutto questo, di fronte a questa realtà
che sembra essere diventato un sistema inamovibile?". No, dunque, a ogni forma di
rassegnazione:
Y Frente a esta realidad nos puede ganar una de
las armas preferidas del ...
“Di fronte a questa realtà ci può vincere una delle
armi preferite del demonio: la rassegnazione. ‘E che fa? La vita è così!’. Una rassegnazione
che ci paralizza, una rassegnazione che ci impedisce non solo di camminare, ma anche
di fare la strada; una rassegnazione che non soltanto ci spaventa, ma che ci trincera
nelle nostre 'sacrestie' e apparenti sicurezze; una rassegnazione che non soltanto
ci impedisce di annunciare, ma che ci impedisce di lodare”.
Quanto ci aiuta dunque “osservare il ‘legno’ con cui siamo stati fatti”. Il Papa porta così l’esempio di Tata Vasco, primo vescovo di Michoacán, lo spagnolo che si fece indio per aiutare le popolazioni indigene vessate e costrette a vagabondare per ottenere il cibo. Un esempio di come si può vincere la rassegnazione.
Visita nella cattedrale
La giornata è proseguita con la visita alla cattedrale,
dove il Papa ha salutato alcuni ragazzi della prima comunione. Presente anche la bambina
miracolata dal beato José Sanchez Del Rio, un ragazzo di 15 anni ucciso nella persecuzione
dei "cristeros" degli anni '20 che sarà presto canonizzato. Ai ragazzi ha ricordato
il valore della preghiera e della famiglia, aggiungendo che la vita non è bella se
si hanno dei nemici.
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