2016-02-19 14:07:00

Lumsa, i 90 anni della Federazione delle Università cattoliche


Non affrontare i problemi singolarmente ma cercare di lavorare insieme per vincere le sfide impegnative del mondo dell’educazione. E’ partita da questa riflessione, questa mattina alla Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa) a Roma, la presentazione  del libro “Cronaca della Federazione Internazionale delle Università cattoliche 1924-2014”, scritto da Michèle Jarton, giurista della Sorbona a Parigi, in occasione del 90.mo anniversario della fondazione della Fiuc. Sull’importanza della ricorrenza, ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Diventare una rete per la circolazione e la valorizzazione dei progetti internazionali, per  diffondere sempre di più le buone pratiche educative e raccogliere i frutti. Sono questi gli obiettivi della Federazione internazionale delle università cattoliche, che, in occasione del suo 90.mo anniversario dalla sua fondazione, viene raccontata nel libro “Cronaca della Federazione Internazionale delle Università cattoliche 1924-2014”. Ascoltiamo il commento monsignor Guy Real Thivierge segretario generale della Fiuc.

R. – Gli universitari sono importantissimi. E poi è anche una maniera di vedere il futuro. C’è allora una bella tensione tra il passato e il futuro. E questa Federazione poi viene presentata in dialogo con il mondo e con la Chiesa, perché educare – e questa è una della nostre convinzioni – è dialogare. Se non dialoghiamo, non possiamo pretendere di educare. Allora, questo libro è una forma di illustrazione dell’importanza del dialogo nell’educazione e soprattutto nell’educazione cattolica.

E quindi, diventa sempre più fondamentale per la Fiuc fare rete, e per questo la federazione lancia a tutte le università cattoliche l’invito alla cooperazione e a sviluppare una vocazione del lavorare insieme. Ascoltiamo ancora mons. Thivierge:

R. – Noi cerchiamo di promuovere i rapporti di amicizia, di solidarietà e anche i rapporti di lavoro tra le università, perché noi siamo convinti che lavorare con gli altri ci permetta di andare molto più in là.

D. – Il Papa durante la conferenza stampa in volo ha parlato dell’importanza della formazione dei cattolici. Secondo lei, cosa vuol dire e quanto le università cattoliche possono contribuire a questo?

R. – Diciamo che è il nostro lavoro, come la missione di una Federazione, però anche la missione di ciascuna delle università cattoliche. Sono loro infatti sul terreno, nelle diverse culture, Paesi e tutto, a lavorare per la formazione. Noi abbiamo una visione molto precisa della formazione: è una formazione integrale. L’università cattolica, quando ha potuto dare dei diplomi, ha fatto unicamente la metà del lavoro, perché noi pretendiamo di andare molto, molto in là attraverso una formazione alla responsabilità, alla solidarietà, per formare le giovani generazioni precisamente alla responsabilità della società e anche di tutta l’umanità.

Quindi, la formazione di professionisti del domani che mettano al centro la dignità dell’uomo è uno degli scopi principali delle università cattoliche. Ascoltiamo a questo proposito il cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica:

R. – Le università cattoliche partecipano come tutte le altre istituzioni della Chiesa all’unica missione della Chiesa che è quella di evangelizzare. Lo fanno, però, secondo la loro specifica metodologia, cioè quella di favorire il dialogo tra fede e ragione. Per cui, sono aperte al dialogo col mondo e attente alla evoluzione anche storica in cui deve incarnarsi il Vangelo, che è perenne, ma che ovviamente deve trovare degli approfondimenti nella ricerca e un adeguamento nel linguaggio, per essere comprensibile agli uomini del nostro tempo, soprattutto là dove si formano e si educano i giovani a prendere coscienza delle loro capacità e delle loro missioni, che avranno nei luoghi e nei tempi che cambiano.

Ma cosa può spingere oggi un giovane ad inscriversi in un ateneo cattolico piuttosto che uno laico? Ascoltiamo Francesco Bonini, rettore della Lumsa:

R. – Sicuramente, l’attenzione alla persona, che dà una marcia in più nelle relazioni che oggi sono fondamentali nella società complessa; ed anche quella riserva di energia che la spiritualità dà nel rigore e nella eccellenza nella professione. Noi puntiamo a formare delle persone e puntiamo a formare dei professionisti.

D. – Quali sono oggi le difficoltà che le università cattoliche vanno ad affrontare e in che modo, secondo lei, potrebbero essere aiutate maggiormente?

R. – Tutto il sistema universitario pubblico, fatto di soggetti privati e statali, deve ripensarsi. Quindi, questa è una sfida globale ed è una sfida anche molto significativa in Italia. Per fare questo occorre sempre più il confronto, ma anche la collaborazione, la competizione quindi. Ma la competizione deve essere valorizzata da questo “cum” che sta nel prefisso, cioè farlo insieme agli altri.








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