2016-02-20 17:00:00

Bolivia: referendum sul quarto mandato presidenziale di Morales


In Bolivia si svolge questa domenica il referendum costituzionale sulla ricandidatura del presidente Evo Morales alle elezioni del 2019. La consultazione potrebbe permettere al capo dello Stato di presentarsi per il quarto mandato. Ma cosa prevedono i sondaggi? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Roberto Da Rin, esperto di questioni sud americane del Sole 24 Ore:

R. – C’è un 42 per cento di favorevoli e un altro 42 per cento di contrari: tecnicamente i due principali istituti di sondaggio danno forse un lievissimo vantaggio al “sì” e quindi per chi è a favore di Morales. Però fino a qualche settimana fa i sondaggi davano a favore di Morales una quota molto maggiore di favorevoli: vicino al 60 per cento. Poi c’è stato uno scandalo che ha fatto rilevare una relazione sentimentale di Morales con una donna che percepiva molti redditi in quanto dirigente di una società compartecipata dalla Cina. Questo ha fatto sì che alcuni schieramenti strumentalizzassero questa relazione e i sondaggi hanno rilevato uno spostamento di voti.

D. – Come è stata la campagna di Morales?

R. – Morales ha puntato su una narrazione che aderisce sostanzialmente alla realtà. Infatti, metre i Paesi latinoamericani vivono una crisi profonda – si pensi ad Argentina, Brasile, Messico, il Venezuela – la Bolivia è uno dei pochissimi Paesi che, invece, ha registrato tassi di crescita sostenuti. E' un Paese produttore di gas, ma fino all’arrivo di Morales c’era ancora un tasso di indigenza elevatissimo e quindi uno sfruttamento di risorse di cui non beneficiava minimamente la popolazione. Tutti hanno riconosciuto che Morales ha fatto dei cambi sostanziali: il Fondo Monetario, la Banca Mondiale… Quindi organismi internazionali hanno riconosciuto che con la presenza di Morales sono stati fatti passi avanti e che la popolazione – soprattutto quella povera e indigente – ha migliorato molto la sua condizione di vita.

D. – Cosa dire della condotta dell’opposizione di destra in queste settimane?

R. – Ci sono state naturalmente accuse reciproche e c’è chi dice addirittura che tutto lo scandalo sentimentale, su cui l’opposizione ha costruito la propria risalita nei sondaggi, sia stato strumentalizzato e montato dalla destra. Questo è possibile e avviene un po’ in tutte le parti. E' una piccola macchina del fango che si riproduce anche in un piccolo Paese latinoamericano. Di certo, però, il dato su cui vale la pena porre l’attenzione è che, comunque, la Bolivia in questi anni ha saputo effettivamente migliorare le condizioni di vita di milioni di persone: era un Paese estremamente povero ed ora è un po’ meno povero. D'altra parte vero è che – come rimarca anche qualche esponente di sinistra – dopo dieci anni di governo, spesso si creano delle incrostazioni.

D. – In ultima istanza: qual è il valore di questo referendum?

R. – Un valore naturalmente politico in cui si capirà dove andrà la Bolivia nel medio e nel lungo periodo. Di certo si sono ormai acquisite delle consapevolezze, anche da parte della popolazione indios - che è molto numerosa - per quanto riguarda i diritti di cittadinanza. In passato non li avevano mai avuti e non li perderanno in futuro.  








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