Seconda udienza giubilare oggi in Piazza San Pietro. Il Papa l’ha dedicata al tema “Misericordia e impegno”. “Il Giubileo della Misericordia – ha esordito - è una vera opportunità per entrare in profondità all’interno del mistero della bontà e dell’amore di Dio. In questo tempo di Quaresima, la Chiesa ci invita a conoscere sempre di più il Signore Gesù, e a vivere in maniera coerente la fede con uno stile di vita che esprima la misericordia del Padre. E’ un impegno che siamo chiamati ad assumere per offrire a quanti incontriamo il segno concreto della vicinanza di Dio”.
Piccoli gesti di amore aprono la porta della misericordia
A braccio ha spiegato: “Cioè la mia vita, il mio atteggiamento,
il modo di andare per la vita deve essere proprio un segno concreto del fatto che
Dio è vicino a noi. Piccoli gesti di amore, di tenerezza, di cura, che fanno pensare
che il Signore è con noi, è vicino a noi. E così si apre la porta della misericordia”.
Impegnarsi per migliorare la vita
“Oggi vorrei soffermarmi brevemente a riflettere con
voi sul tema di questa parola che ho detto: il tema dell’impegno. Che cos’è un impegno?
E cosa significa impegnarsi? Quando mi impegno, vuol dire che assumo una responsabilità,
un compito verso qualcuno; e significa anche lo stile, l’atteggiamento di fedeltà
e di dedizione, di attenzione particolare con cui porto avanti questo compito. Ogni
giorno ci è chiesto di mettere impegno nelle cose che facciamo: nella preghiera, nel
lavoro, nello studio, ma anche nello sport, nelle attività libere… Impegnarsi, insomma,
vuol dire mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita”.
L'impegno di Gesù per noi
“E come si è manifestato questo impegno di Dio per
noi? E’ molto semplice verificarlo nel Vangelo. In Gesù, Dio si è impegnato in maniera
completa per restituire speranza ai poveri, a quanti erano privi di dignità, agli
stranieri, agli ammalati, ai prigionieri, e ai peccatori che accoglieva con bontà.
In tutto questo, Gesù era espressione vivente della misericordia del Padre”.
Gesù cambia il cuore dei peccatori
A braccio ha aggiunto: “Vorrei accennare questo: Gesù
accoglieva con bontà i peccatori. Ma se noi pensiamo in modo umano, il peccatore sarebbe
un nemico di Gesù, un nemico di Dio… E Lui si avvicinava a loro con bontà, li amava
e cambiava loro il cuore. Tutti noi siamo peccatori: tutti! Tutti abbiamo davanti
a Dio qualche colpa. Ma non avere sfiducia: Lui si avvicina proprio per darci il conforto,
la misericordia, il perdono. E’ questo l’impegno di Dio e per questo ha mandato Gesù:
per avvicinarsi a noi, a tutti noi! E aprire la porta del suo amore, del suo cuore,
della sua misericordia. E questo è molto bello. Molto bello!”.
Portare la misericordia di Dio dove c'è abbandono e sofferenza
“A partire dall’amore misericordioso con il quale
Gesù ha espresso l’impegno di Dio, anche noi possiamo e dobbiamo corrispondere al
suo amore con il nostro impegno. E questo soprattutto nelle situazioni di maggiore
bisogno, dove c’è più sete di speranza. Penso – per esempio - al nostro impegno con
le persone abbandonate, con quanti portano handicap molto pesanti, con i malati più
gravi, con i moribondi, con quanti non sono in grado di esprimere riconoscenza… In
tutte queste realtà noi portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita,
che è testimonianza della nostra fede in Cristo”.
La carezza di Dio
A braccio ha aggiunto: “Sempre portare quella carezza
di Dio, perché così Dio ci ha accarezzato a noi, con la sua misericordia. Portarla
agli altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore
o sono tristi: avvicinarsi con quella carezza di Dio, che è la stessa che Lui ha avuto
con noi. Che questo Giubileo possa aiutare
la nostra mentre e il nostro cuore a toccare con mano l’impegno di Dio per ciascuno
di noi, e grazie a questo trasformare la nostra vita in un impegno di misericordia
per tutti. Grazie".
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