“Partner per il cambiamento: le religioni e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”: su questo tema si è svolto nei giorni scorsi a Berlino, una conferenza promossa dal Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc). Dopo gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati nel 2000, la nuova Agenda adottata nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite si propone l’ambizioso obiettivo di eliminare la povertà entro i prossimi 15 anni, di promuovere la prosperità economica, lo sviluppo sociale e la protezione dell’ambiente su scala globale.
Il contributo concreto delle religioni nella lotta alla povertà
La conferenza di Berlino è stata un’occasione per evidenziare il contributo concreto
che le religioni stanno dando su questo fronte. I partecipanti hanno convenuto, in
particolare, sul fatto che le organizzazioni confessionali di base (Fbo) svolgono
un ruolo importante nel sostegno a quei processi finalizzati a eliminare la povertà
estrema e a promuovere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Per decenni, le comunità
di fede hanno infatti fornito servizi umanitari e di sviluppo anche in regioni non
raggiunte dagli Stati.
Lanciato un nuovo partenariato su religione e sviluppo sostenibile
Durante i lavori, inoltre, è stato lanciato un nuovo partenariato internazionale su
religione e sviluppo sostenibile (Partnership on Religion and Sustainable Development).
“Questa iniziativa — ha ricordato il segretario generale del Wcc Olav Fykse Tveit
— parla in modo eloquente di un nuovo riconoscimento e dell’apprezzamento, da parte
di Governi, donatori, organizzazioni e di tutta la comunità internazionale, del ruolo
fondamentale della religione nello sviluppo umano e sostenibile, nella risposta umanitaria
e nella ricerca della pace nel mondo lacerato dai conflitti”. Tveit ha auspicato che
la nuova partnership possa condividere gli obiettivi di sviluppo con attori governativi
e intergovernativi; promuovere il coordinamento tra le varie agenzie in modo che l’impegno
religioso sia sistematico, coerente e significativo; garantire che le opinioni e i
valori dei gruppi religiosi siano presi in considerazione; resistere alla tentazione
di strumentalizzazioni politiche e infine superare le limitazioni giuridiche che ancora
ostacolano l’impegno con gli attori religiosi. (L.Z.)
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