2016-02-26 14:18:00

Nigeria. Card. Onaiyekan: occorre rinascita spirituale


In Nigeria, occorre una rinascita spirituale sincera, morale e nazionale, che faccia da antidoto efficace alle sfide socio-economiche del Paese: è la sottolineatura fatta dall’arcivescovo di Abuja, card. John Onaiyekan, in occasione della Plenaria dei vescovi locali, svoltasi nei giorni scorsi sul tema “La Chiesa cattolica: promuovere la misericordia, la giustizia sociale e la pace”. Due, in particolare, le grandi sfide che la Nigeria deve affrontare, evidenziate dal porporato: la corruzione e l’insicurezza, da risolvere non solo attraverso gli sforzi del governo attuale, ma anche in collaborazione con tutta la popolazione.

Puntare sulle “armi spirituali” del Paese per rifondarlo
Esortando, quindi, tutti i nigeriani a sostenere la nazione, il card. Onaiyekan ribadisce: “Dobbiamo mobilitarci tutti, senza sottovalutare l’importanza delle ‘armi spirituali’ perché le sfide del Paese hanno profonde radici morali”. Di qui, l’appello del porporato ad avviare un processo di introspezione in ogni cittadino, anche perché “l’incapacità di affrontare in modo adeguato l'insurrezione terroristica è strettamente legata alla massiccia corruzione criminale” nel Paese. Tuttavia, ha ammonito l’arcivescovo di Abuja, di fronte ad episodi di fondi pubblici finiti nelle tasche di privati, non deve prevalere solo la rabbia: “Dobbiamo cercare un modo positivo ed efficace di andare avanti, guardando ai nostri valori comuni spirituali e religiosi”.

Lotta alla corruzione
“Da molti anni – ha ribadito il porporato – la Chiesa sta conducendo una guerra contro la corruzione con le armi appropriate della preghiera e dell’esortazione”, perché per rifondare adeguatamente il Paese “bisogna andare al di là dei processi legali e puntare ad una seria rinascita morale, nazionale e spirituale”. La strategia da mettere in atto, allora, ha suggerito il porporato, può essere quella “delle tre 'R', ovvero pentimento (in inglese repentance, ndr), riparazione e riconciliazione”.

La sfida del terrorismo di Boko Haram
Guardando, inoltre, alla sfida della lotta al terrorismo, fenomeno patito soprattutto nella parte nord-orientale della Nigeria a causa del gruppo Boko Haram, il card. Onaiyekan ha espresso la sua tristezza per la perdita di uomini nei combattimenti e per lo spreco di denaro investito nell’acquisto di armi, esortando, al contrario, a trovare nuove strategie, diverse dalla guerra, per porre fine agli attacchi terroristici. “In generale, i membri di Boko Haram – ha concluso il porporato – non sono stranieri. Invece che pensare ad ucciderli, allora, avrebbe più senso cercare di convincerli a tornare a far parte delle nostre comunità”. (I.P.)








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