2016-02-28 10:30:00

Unioni civili. Il giurista: sempre più svincolati da logica e realtà


Prosegue il dibattito sulle unioni civili dopo la fiducia ottenuta al Senato dal ddl Cirinnà. Secondo l'avvocato Livio Podrecca, presidente dell’Unione giuristi cattolici di Piacenza, “nonostante lo stralcio della stepchild adoption e dell’obbligo di fedeltà, il maxiemendamento licenziato dal Senato sovrappone le unioni civili al matrimonio”. Paolo Ondarza lo ha intervistato:

R. – La disciplina delle unioni civili è totalmente sovrapponibile al matrimonio. C’è quello stralcio dell’articolo 5 sulla “stepchild adoption”, ma c’è un rinvio alla normativa vigente eccetera eccetera ... e questo pare evidentemente una strizzatina d’occhi a quella giurisprudenza che si va formando che di fatto riconosce la “stepchild adoption”, anche quando proveniente da pratiche di “utero in affitto”. Quindi, abbiamo un’unione civile che prevede un rito in presenza di testimoni, prevede impedimenti pari pari come quelli per il matrimonio, compreso il divieto dell’incesto, gli impedimenti derivati dalla parentela, eccetera eccetera. Abbiamo il regime patrimoniale della comunione dei beni e della separazione, abbiamo il richiamo alle discipline della separazione e del divorzio, abbiamo il richiamo alla disciplina successoria, non solo della legittima, ma anche dei legittimari; abbiamo il richiamo all’equivalenza della posizione di coniuge in tutte le norme in cui è prevista, diverse da quelle del Codice civile non espressamente richiamate, comunque il richiamo; c’è l’applicazione al membro dell’unione civile di tutte le norme che sono riferite al coniuge del matrimonio; abbiamo la disciplina del divorzio … gli altri aspetti non so se li ho detti tutti, ma è totalmente sovrapponibile alla disciplina del matrimonio. Sì, si toglie l’obbligo di fedeltà: è un obbligo che discende dal matrimonio. Noi sappiamo che ci sono delle mine vaganti che ormai viaggiano negli ordinamenti giuridici, sia europeo sia sovrannazionali che nazionali, che sono questo diritto alla vita privata-familiare, questo divieto di non-discriminazione, per cui si pongono dei problemi che giuridicamente rappresentano veramente dei rompicapo e delle impasse logiche impressionanti. Perché domani non si potrà dire: “Ma allora è discriminatorio che le unioni civili non abbiano questo obbligo e nel matrimonio invece ci sia” …

D. – Cioè, sta dicendo che c’è una sovrapponibilità piena tra unioni civili e matrimonio; per il principio di non discriminazione si potrebbe dire: le unioni civili sono avvantaggiate nel non avere l’obbligo di fedeltà a scapito del matrimonio …

R. – Certo, avvantaggiate da un certo punto di vista, ovviamente. Allora uno potrebbe dire: siccome dalla violazione dell’obbligo di fedeltà, per esempio, in caso di separazione possono discendere, ad esempio, l’addebito della separazione, possono discendere anche conseguenze patrimoniali, può essere usato pretestuosamente per attaccare l’altro coniuge, non è un aspetto secondario. Il coniuge – marito o moglie – potrebbe dire: ma perché io devo essere fedele se quelli non lo sono?, per esempio in una separazione …

D. – Non sono ipotesi fantascientifiche, quelle che stiamo facendo …

R. – Conoscendo la giurisprudenza, direi proprio di no. Ma non abbiamo da fare altro che aspettare. Già il livello scientifico del dibattito l’abbiamo un po’ assaggiato in quello che è successo in Parlamento. La ragione, la logica giuridica è stata messa completamente da parte, è stata nascosta. Quando togliamo la ragione in riferimento alla realtà, allora tutto è possibile, perché a questo punto è vero tutto e il contrario di tutto. Lo diceva un noto studioso del linguaggio americano che si chiedeva: “Possiamo con il linguaggio inventarci una realtà totalmente artificiale, svicolata dalla realtà delle cose?”. Questa è la domanda. Possiamo noi definire cos’è il matrimonio in base a quello che ci piace meglio, oppure no? Perché dalla risposta che ci dà questa domanda viene tutto il resto …








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