2016-02-29 15:58:00

Restaurato sarcofago Tiaso Marino col crowdfunding LoveItaly


È in chiusura il progetto di restauro del sarcofago di età Imperiale Tiaso Marino realizzato grazie a LoveItaly, una piattaforma di crowdfunding nata nel 2014 che ha come obiettivo la conservazione del patrimonio artistico pubblico attraverso la raccolta di tante piccole somme, così da evitare la figura, spesso ingombrante, del Mecenate unico. Sul progetto sentiamo, al microfono di Maria Laura Serpico, l’architetto Gloria Arditi, coinvolta nel team di questa start up nata dalla collaborazione tra LVenture Group e personalità autorevoli nei settori imprenditoriale e culturale:

R. – Il Sarcofago del Tiaso Marino è stata una avventura stupenda, che ha coinvolto l’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro e la Scuola di Alta Formazione per il Restauro. E’ stato affidato alla guida di queste due organizzazioni - con la direttrice Donatella Cavezzali; e la vice direttrice del SAF, Francesca Capanna - che hanno guida il restauro nel tempo di tre mesi. Le ragazze hanno effettuato un lavoro meraviglioso - sono le studentesse del primo anno accademico – e il sarcofago è così ritornato al suo splendore. Rappresentata il movimento di Tiaso, che era una organizzazione dedita alle danze e la bellezza del sarcofago sta proprio in questo grande altorilievo che, in un movimento dolce e gentile di nereidi e di tritoni, racconta questo movimento.

D. – A quale necessità corrisponde l’ideazione di una Piattaforma per il finanziamento collettivo dedicata ai beni d’arte pubblici?

R. – Risponde alla necessità della trasformazione e del cambiamento: non dobbiamo più aspettarci dall’alto tutte le soluzioni, ma ognuna di noi è artefice del cambiamento. La Piattaforma, in questo caso la nostra e-money, è il veicolo tecnologico per raggiungere capillarmente ogni singolo individuo che è aperto, che è sensibile al cambiamento, che vuole farsi raggiungere dal cambiamento. E’ un’azione attiva, perché avere la Piattaforma vuol dire esistere in modo attivo e in un sistema fatto, appunto, ormai di digitale, di social network, Facebook, Istragram, Twitter… Insomma, abbiamo visto come sia necessario essere presenti in una Rete.

D. – Quindi i cittadini possono sostituirsi allo Stato nella divulgazione culturale?

R. – Nessuno si può sostituire! Siamo tutti parte di un progetto positivo, di un progetto che vuole la collaborazione. E’ un momento in cui siamo chiamati tutti a cambiare proprio l’atteggiamento mentale. Ognuno può scegliere il suo, però siamo tutti chiamati a essere partecipi a questo grande movimento di trasformazione, che è iniziato con la globalizzazione.








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