L'abbraccio avvenuto a Cuba lo scorso 12 febbraio tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill, insieme alla Dichiarazione congiunta da loro firmata, rappresentano “un passo ecumenico e profetico” che i due Vescovi hanno compiuto “spinti da un senso di responsabilità comune”. Lo sottolineano i vescovi della Chiesa maronita, nel comunicato diffuso alla fine della loro Assemblea mensile, svoltasi ieri presso la sede patriarcale di Bkerkè, sotto la guida del Patriarca Bechara Boutros Rai. Nel comunicato, ripreso dall'agenzia Fides, i vescovi maroniti ringraziano Papa Francesco per la sollecitudine mostrata dal Vescovo di Roma riguardo alla presenza dei cristiani in Medio Oriente, e alla difesa della “comune civiltà costruita da cristiani e musulmani nell'area mediorientale”.
Preoccupazione per la ripresa del conflitto tra sunniti e sciiti
Durante i lavori dell'Assemblea mensile - a cui ha preso parte anche il card. Luis
Antonio Tagle in qualità di Presidente di Caritas Internationalis in visita in Libano
– i vescovi maroniti hanno anche espresso preoccupazione per la recente riemersione
in Libano delle polarizzazioni settarie connesse al conflitto regionale tra sciiti
e sunniti, e hanno rivolto un appello vigoroso a mantenere le forze armate al di fuori
delle tensioni di ordine politico e religioso.
Con la mancata elezione del Presidente si rischia un "crollo” del sistema
libanese
Riguardo alla paralisi istituzionale che dal maggio 2014 impedisce l'elezione di un
nuovo Presidente, il sinodo maronita ha di nuovo lanciato l'allarme sul rischio di
un "crollo” dell'intero sistema libanese, richiamando i blocchi politici e parlamentari
ad assumersi le proprie responsabilità nazionali, senza sottomettere il destino del
Libano “agli interessi stranieri”. Nel comunicato, i vescovi maroniti hanno anche
deplorato la campagna diffamatoria scatenata contro presunte “ambiguità amministrative”
della passata gestione di Caritas Libano, ribadendo che il "servizio amorevole” svolto
dalla Caritas nel Paese dei Cedri “è più forte di tutti i tentativi di diffamarlo
agli occhi dell'opinione pubblica". (G.V.)
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