2016-03-05 12:12:00

Viganò: volontariato custodisce riserva di dono e profezia


“Per un’etica del volontariato” è il titolo del volume di Giuseppe Chinnici e Marco Ivaldo, edito da Studium Roma e presentato ieri all’Università Lumsa. Si tratta di un’attenta analisi del fenomeno del volontariato sociale che in Italia coinvolge oltre sei milioni di persone, un’attività che ha in sé profondi significati sia nella prospettiva cristiana che laica. Giancarlo La Vella ne ha parlato con uno dei relatori alla presentazione, mons. Dario Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede:

R. - In particolare il libro esprime come il volontariato viva e richieda, in qualche modo, l’etica della responsabilità, l’etica del dono, l’etica – potremmo dire – del servizio, che ci richiama spesso Papa Francesco, l’etica della formazione permanente e l’etica della speranza: in altre parole il volontario è colui che non solo custodisce la speranza, ma ricostruisce orizzonti in cui si può davvero progettare un futuro colmo di speranza.

D. – Un dibattito che dura da sempre: una società che ha bisogno di volontari è una società in crisi o una società che mette, invece, in evidenza valori importanti?

R. – No. E’ una società che, credo, custodisca una riserva, appunto, interessante di profezia, perché i volontari non vengono remunerati non perché non valgano nulla o perché valgano poco, ma proprio perché sono inestimabili. E’ per questo che abbiamo una eccedenza nel loro servizio, che non può essere retribuita, perché è troppo alto il carico del dono e della responsabilità e quindi diventa davvero una riserva per richiamare tutta l’umanità a scelte fondamentali e importanti.

D. – Il volontario - e quindi la solidarietà - è la via comune su cui ci si può incontrare?

R. – Questo assolutamente sì! Anche se per i credenti il volontariato diventa la strada, l’occasione, la via nella quale vivere come Gesù ha vissuto: quindi il nostro riferimento è Cristo.








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