2016-03-06 09:00:00

A Matera riapre la Cattedrale dopo un restauro durato 10 anni


A Matera si è svolta ieri pomeriggio la celebrazione di riapertura al culto della Cattedrale dedicata a “Maria SS. della Bruna” a conclusione dei lavori di restauro durati dieci anni. A presiedere il rito che ha visto anche l’apertura della Porta Santa e la dedicazione del nuovo altare, è stato il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. Nel portare il saluto e la benedizione di Papa Francesco, il porporato nel corso dell’omelia ha ricordato che la cattedrale è il cuore della vita liturgica e che le sue sono porte di grazia. “Qui, ha detto, si entra per amare Dio, di qui si esce per amare gli uomini”. Riguardo poi all’apertura della “Porta dei Leoni”, quale porta giubilare, ha invitato i fedeli ad approfittarne per crescere nella fede e per imparare ad “offrire agli altri quella misericordia che riceviamo dall’Alto”. “Tuttavia - ha ricordato - è la porta santa interiore quella che, più di ogni altra, va spalancata a Cristo, in modo che possa entrare ed aprirci la strada verso una vera novità di vita”. Costruita in stile romanico pugliese nel XIII secolo sull'area dell'antico monastero benedettino di Sant'Eustachio, la Cattedrale era rimasta chiusa per tutto il tempo dei lavori. Al microfono di Adriana Masotti sentiamo don Michele Leone, direttore dell’Ufficio tecnico diocesano:

R. – Era un giorno atteso veramente da tanto. Ecco, i dieci anni di lavoro non sono attribuibili soltanto ai lavori in se stessi, ma alla scarsità dei finanziamenti che sono stati dati negli anni precedenti, e anche a tanti aspetti legati al mondo burocratico. Quello che è importante è che nell’ultimo triennio, nel momento in cui la diocesi è entrata direttamente in azione, si è riusciti a risolvere tutti i problemi per completare il restauro.

D. – La Cattedrale risale al XIII secolo. Quali interventi sono stati realizzati nella lunga opera di restauro che, appunto, oggi la restituisce ai fedeli?

R. – Sono stati organizzati tre ordini di intervento. Un primo intervento, il più importante e anche quello che si vede di meno, è quello di consolidamento. La cattedrale presentava alcune criticità: una criticità seria era legata al fatto che le capriate spingevano verso la facciata principale, e quest’ultima era in una fase di leggero distacco, di quasi un centimetro. Allora è stato necessario riequilibrare tutto, mediante un intervento strutturale, studiato molto a lungo da esperti.

D. – Lei diceva che ci sono stati anche altri interventi, però…

R. – Il secondo intervento è stato la pulitura di tutto l’esterno del monumento mediante la rimozione di tutta la patina dello sporco. Il terzo intervento è stato di restauro di tutto l’interno della Cattedrale.

D. – Nel nuovo altare, i frammenti di ossa di San Giovanni da Matera e di Sant’Eustachio, il patrono della città: si conservano le radici per guardare avanti?

R. – Sì, certamente. Il profondo legame con le origini racconta della perennità e della stabilità della Chiesa che cammina verso un futuro, con radici ben fondate nel passato. La Cattedrale rappresenta essenzialmente la Chiesa locale, che riunisce in sé tutte le cellule delle comunità parrocchiali. La Cattedrale è la sede dove il vescovo ammaestra, guida e santifica il popolo. È il punto di riferimento, è il simbolo più alto di tutta la Chiesa locale.

D. – La Cattedrale sarà anche una cattedrale giubilare, cioè una chiesa dove c’è una Porta Santa…

R. – Finora la nostra Porta Santa è stata nella Chiesa di San Francesco, che svolgeva funzioni cultuali e di cattedrale. Da questa sera si apre la Porta Santa proprio nella chiesa Cattedrale.

D. – Qual è il sentimento vissuto in questo momento dall’arcivescovo di Matera?

R. – L’arcivescovo neo-eletto e non ancora insediatosi nella Chiesa di Matera, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, è ovviamente felicissimo di questo, e attende di essere immesso in questo dinamismo di chiesa locale. Ed è felice anche dell’esito dei lavori. L’arcivescovo, mons. Salvatore Ligorio, ora arcivescovo di Potenza, che ha seguito tutte le tappe, è anche lui felicissimo perché, oltre che condividere le pene, ha potuto anche apprezzare la bellezza e lo splendore dei risultati raggiunti.

D. – E così, immagino anche i fedeli…

R. – Il popolo è felicissimo, perché la Cattedrale di Matera è il monumento più significativo della città ed è anche il più rappresentativo. E quindi il popolo di Dio si è radunato già, festante, e continua ad esserlo perché ritrova la sua Cattedrale. E poi, in modo particolare, molti bambini e ragazzi entrano per la prima volta in questa chiesa che finora hanno visto soltanto dall’esterno, circondata dalle impalcature.








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