“Siamo preoccupati per la deportazione di migranti, in crescita negli ultimi anni”: è quanto si legge nel comunicato finale dell’ottavo Incontro regionale della Pastorale per i migranti ed i rifugiati svoltasi a Panama dal 29 febbraio al 3 marzo. Vi hanno preso parte vescovi, sacerdoti, religiosi e laici provenienti da Canada, Stati Uniti, Messico e Paesi dell’America Centrale. Nella nota conclusiva dei lavori, si sottolineano innanzitutto “le sofferenze di tanti fratelli e sorelle” costretti a lasciare la propria patria, in cerca di un futuro migliore.
Migrazioni infrangono unità familiare
La migrazione, infatti, “infrange l’unità familiare e rende le persone deportate,
vittime di violenze sistematiche”: estorsioni, tratta di esseri umani, crimini che
“raddoppiano la sofferenza” della migrazione stessa. Al contempo, la Pastorale americana
chiede che i rifugiati “siano riconosciuti come tali, perché sono costretti a migrare
ed andare in cerca di salvezza per la propria vita”. Il documento finale ricorda,
poi, quanto Papa Francesco, in diverse occasioni, abbia insistito sia sul “diritto
che ha ogni persona a migrare per cercare condizioni di vita migliori, ma anche sul
diritto che si ha a “non migrare”.
Tutelare diritti fondamentali di ogni uomo
Per questo, i partecipanti all’incontro chiedono che “gli Stati rispettino i diritti
fondamentali delle persone, ovvero il diritto al cibo, all’educazione, ad un lavoro
dignitoso, alla sicurezza”. Riconoscendo, inoltre, “l’indipendenza e la sovranità
di tutti i Paesi ed il diritto a proteggere le proprie frontiere”, si denunciano,
al contempo, “gli abusi commessi contro i migranti ed i rifugiati”, ai quali, invece,
va garantito “il rispetto della vita e della dignità”.
Promuovere cultura dell'incontro e accoglienza
Pertanto, nell’ottica della “solidarietà”, i partecipanti all’evento suggeriscono
alcune raccomandazioni: promuovere la cultura dell’incontro e dell’accoglienza fraterna;
evitare discriminazioni, razzismo, nazionalismi estremi e xenofobia; trovare alternative
valide alla detenzione e deportazione dei minori migranti; ammettere che la violenza
generalizzata è una delle principali cause delle migrazioni irregolari; stabilire
protocolli regionali per la cura, l’assistenza e la tutela dei minori migranti; garantire
agli immigranti l’unità familiare, le dovute tutele sul lavoro e un giusto processo
in caso di detenzione.
Costruire una sola famiglia umana
Il comunicato si conclude con il richiamo a tutti i fedeli a “rispettare e costruire
una sola famiglia umana” e con l’esortazione, ai migranti e rifugiati, a non sentirsi
soli “in difficile cammino”, perché Dio è con loro e desidera per loro “una vita degna
e felice”. (I.P.)
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