2016-03-08 12:50:00

Al Regina Apostolorum scuola e famiglia contro discriminazioni


Offrire ad insegnanti, genitori ed educatori gli strumenti per rispondere alle sfide del bullismo e dell’educazione alla differenza a scuola. Questo lo scopo di “Sapere per educare”, il seminario organizzato da “Comitato Articolo 26”, “Non si tocca la famiglia” in collaborazione con "Scienza e Vita" per la giornata di sabato 12 marzo presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (per informazioni e iscrizioni: sapereducare@gmail.com). “La giornata,  nata dall’idea di quattro donne impegnate nel mondo dell’educazione, vedrà a confronto scienziati, pedagogisti e famiglie”, spiega Chiara Iannarelli, tra le organizzatrici, al microfono di Paolo Ondarza:

R. – L’idea nasce dall’iniziativa di quattro donne – mamme, insegnanti – che si sono sentite provocate, interpellate dal dibattito che si è acceso negli ultimi mesi intorno alla problematica dell’educazione contro le discriminazioni.

D. – A quali situazioni pensate, in particolare?

R. – Noi abbiamo pensato a questo seminario come una risposta concreta all’insegnante che si trova tutti i giorni nella sua classe la realtà di bambini di etnie diverse, con disabilità oppure provenienti da situazioni familiari complesse e fragili. Ecco, il senso del seminario è dare in positivo degli strumenti pedagogici e didattici per rispondere a tutte queste situazioni, anche con l’intento di fare chiarezza sui possibili equivoci legati al concetto di eguaglianza, e costruire un’autentica cultura delle differenze, attingendo anche al grande patrimonio pedagogico di cui l’Italia può già vantarsi.

D. – Oggi la scuola affronta già questi temi in modo esaustivo, o si può fare di più?

R. – E’ molto di più quello che si può e si deve fare, e per questo è urgente incominciare a progettare in positivo, perché tutti noi siamo educatori, nel momento stesso in cui bambini e ragazzi ci guardano. Ma serve “sapere per educare”: purtroppo, molte segnalazioni che giungono da tante situazioni scolastiche reali, fanno intendere che mancano in alcuni casi gli strumenti per “costruire” in maniera fondata un discorso sull’integrazione e si dà luogo a interpretazioni restrittive del concetto di educazione alle differenze:  tale visione  spesso tende ad annullare le differenze anziché valorizzarle; oppure, si tiene conto solo di alcuni aspetti e non di altri: così ad esempio nel discorso che attiene al bullismo, noi dobbiamo assolutamente trovare delle strategie per affrontarlo nel suo complesso, non solo focalizzandoci su un certo tipo di problematica, come il bullismo omofobico, ma inserire questo discorso e anche il discorso del “gender”, che tanto ci interpella in questi tempi, in un discorso più ampio su come educare contro le discriminazioni. Bisogna tenere conto di tutte le realtà attraverso strumenti scientificamente fondati. Noi faremo questo: faremo delle proposte in positivo che sono suffragate dalla scienza e che si fondano sul riconoscimento dei diritti dei bambini così come riconosciuti dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Unicef.

D. – Non a caso voi parlate di “bellezza dell’educazione”, questa importante meta che coinvolge tutti: insegnanti e genitori …

R. – Saranno moltissimi gli interventi di scienziati come Paola Binetti, Paolo Scapellato, Elvira Lozupone e Giorgia Brambilla, e scrittori come Enzo Pennetta e personalità del mondo della cultura e della scuola. Con Franco Nembrini, ospite d’eccezione, si andrà alla scoperta del senso e della bellezza dell’educazione che noi vogliamo assolutamente rilanciare come messaggio per i docenti e per gli educatori. Quindi, dopo una serie di relazioni molto ricche che si svolgeranno la mattina, nel pomeriggio si andrà a lavorare nei laboratori: si cercherà di capire come costituire progetti, come comprendere a livello scientifico quali siano i progetti inaccettabili proprio perché non fondati su basi scientifiche, come posso crescere come genitore competente – sia nel mio ruolo di educatore a casa, sia nel mio ruolo di genitore che sa interloquire con le istituzioni scolastiche – per affermare  l’importantissima responsabilità educativa delle famiglie. Per questo, invitiamo quanti più genitori, docenti, educatori e dirigenti scolastici a passare questa giornata di lavoro – anche intensa – insieme a noi, per il bene di tutti i bambini e ragazzi.








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